La Gazzetta: che succede a Lobotka? Un anno fa domanda di stupore, quest’anno di preoccupazione. Ma adesso Garcia lo ha riportato al centro della manovra

Lobotka. È lui l’ago della bilancia del Napoli. Ne scrive la Gazzetta dello Sport.
Che succede a Lobotka? La stessa domanda a un anno di distanza. Solo che dodici mesi fa il punto interrogativo era ricco di stupore e ammirazione, mentre di recente grondava preoccupazione. Uno dei segreti dello scudetto spallettiano era stato proprio il salto di qualità del regista slovacco, diventato il faro della manovra in fase di possesso, ma imprescindibile diga quando il pallone era tra i piedi degli avversari, talmente intelligente da capire prima lo sviluppo dell’azione e quindi piazzato sempre benissimo.
Rudi Garcia l’aveva un po’ deresponsabilizzato in avvio di campionato, forse per togliere un punto di riferimento agli avversari. Il vero problema è che Lobotka proponeva un giropalla avvolgente e continuo, anche ragionato e rallentato quando serviva, mentre Garcia ama le verticalizzazioni appena si può. Ma nelle ultime partite Lobotka è tornato al centro del villaggio e il Napoli è cresciuto.
COSA HA SCRITTO LA GAZZETTA DOPO NAPOLI-UDINESE 4-1
È tornato Lobotka. Napoli-Udinese 4-1 nel commento della Gazzetta dello Sport.
Nelle altre partite i giocatori si concentravano su quanto richiesto da Garcia più che sullo sviluppo della manovra: c’era meno libertà e fantasia, un’applicazione più rigida di quanto fatto in allenamento, soprattutto mancava quella fluidità che era diventata un tratto distintivo nella scorsa stagione. Ieri si sono riviste alcune cose: un Lobotka più attivo e rapido nello smistare la palla, tanti tagli e cambi di posizione e anche una buona dose di cattiveria. Per motivi diversi, Osimhen e Kvara volevano segnare e ci sono riusciti con prestazioni puntigliose e orgogliose. I problemi non sono magicamente scomparsi, ma adesso potranno essere affrontati meglio e con ottimismo: le milanesi sono solo quattro lunghezze più su.