“Ancelotti lo lascia libero come Del Bosque lasciava libero Zidane. Tutto ciò di cui ha bisogno la squadra, Bellingham lo fa”

Su Relevo vedono un parallelismo nel rapporto che vive tra Bellingham e Ancelotti con lo stesso ricordo del passato di Zidane e del Bosque. Sul giornale spagnolo spiegano questa visione attraverso le parole dello storico tecnico dei blancos:
«In fase difensiva, Zidane aveva responsabilità minime che condivideva con Raúl. In attacco aveva la libertà di trovare le zone in cui poteva fare più danni all’avversario. Si trattava anche di sfruttare gli attacchi di Roberto Carlos sulla fascia. Lo ricordo. Ho detto spesso a Zizou che non si è preoccupato quando Roberto Carlos è andato via».
Bellingham, dopotutto, si trova posizionato in una zona più offensiva della metà campo rispetto ai compagni. Alle sue spalle trova spazio la grande struttura tecnica di Kroos, Valverde e Tchouaméni, che gli permettono di andare a supporto di Vini e Rodrygo senza dover necessariamente arretrare in fase difensiva.
Sempre su Relevo i paragoni continuano:
“Bellingham fa quel che faceva Zidane. Diagonali. Incursioni verticali, come il secondo gol, appoggi corti, passaggi lunghi, cambi di orientamento. Insomma, tutto ciò di cui la tua squadra ha bisogno in ogni momento della partita. Il Real Madrid più italiano, con otto vittorie nelle ultime otto trasferte, ha sofferto per vincere a Napoli, ma ha vinto. Dieci partite ufficiali dopo l’inizio della stagione, otto in campionato e due in Champions League. Carlo Ancelotti continua a migliorare il suo undici titolare e le posizioni dei suoi giocatori alla ricerca dell’eccellenza”.
Questo porta i giornali spagnoli ed europei a riconoscere il valore dell’ex Borussia Dortmund, il quale si è dimostrato la finta punta di diamante della squadra:
“L’importanza che l’allenatore attribuisce al posizionamento di Bellingham all’interno della squadra è evidente. Dopo la prova da centrocampista, Carlo ora opta per un inglese che parte da sinistra e poi si sposta dove vuole. Il diamante al centro del campo sembrava scomparso. Vinicius era più una seconda punta che un’ala e, come a Girona, un notevole Kroos ancora una volta si è unito a Tchouameni tanto quanto ha fatto con i due difensori centrali. Tutti insieme sono stati i migliori del gioco”.