ilNapolista

El Shaarawy: «Il pianto dopo la partita? Uno sfogo per tutte le voci non vere» (Gazzetta)

Il Faraone è tra i nomi di Corona ma non è al momento indagato dalla Procura di Torino. «Sono un professionista, non manco di rispetto al mio lavoro»

El Shaarawy: «Il pianto dopo la partita? Uno sfogo per tutte le voci non vere» (Gazzetta)
Roma 22/10/2023 - campionato di calcio serie A / Roma-Monza / foto Image Sport nella foto: esultanza gol Stephan El Shaarawy

Tra i nomi usciti nel caso calcioscommesse, per cui resta solo un’ipotesi ancora prima di un’accusa effettiva, c’è il nome di Stephan El Shaarawy.

Sulla Gazzetta:

“La rete al 90′ al Monza che ha regalato i tre punti alla Roma è stata una liberazione per Stephan El Shaarawy, entrato nella ripresa per Bove e diventato il match winner dell’Olimpico. Per il Faraone il valore è doppio perché si scrolla di dosso le accuse degli ultimi giorni, anche lui tirato in ballo da Fabrizio Corona e Striscia La Notizia nel caso delle scommesse”. 

Il Faraone, dopo il goal vittoria segnato nella sfida tra Roma e Monza, si è lasciato andare in un pianto liberatorio.

«Come si può pensare di mancare di rispetto al calcio quando vivi tutto questo? Penso che andare sotto la Curva e gioire con i tuoi tifosi sia una delle emozioni più belle. Ho pensato sempre e solo a questo: è uno sfogo per tutto il periodo. Sono felice e contentissimo per questo gol e per la vittoria».

El Shaarawy è tra i giocatori usciti nella lista di Fabrizio Corona, ma né la Procura né la Figc si interessano a lui in qualità di sospettato o accusato. Le accuse non ancora confermate e le voci di corridoio sono state un peso per l’attaccante egiziano:

«Sono state emozioni veramente forti. Ho sempre vissuto per questo, per il gol, per la gioia con i tifosi, per tutto questo. Penso sia stata veramente una gioia incredibile fare il gol vittoria. È stato un pianto liberatorio, uno sfogo per questa settimana che è stata pesante. In quella corsa c’era tutto. La voglia di fare bene e aiutare la squadra. C’era la rabbia di aver sentito voci non vere. C’era tutta quell’emozione e quella voglia che mi ha accompagnato in tutte le squadre. Sono sempre stato un professionista e non ho mai pensato di mancare di rispetto al mio lavoro e allo sport che amo».

ilnapolista © riproduzione riservata