“Non possiamo pensare di valorizzare gli aspetti relazionali e sociali del calcio e poi pensare solo di punire alcuni ragazzi e di non recuperarli”
Dopo Fagioli ecco Tonali. Toccherà infine a Zaniolo, eventualmente, patteggiare una pena mite con la Giustizia sportiva per il caso scommesse. Intanto il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina continua nell’opera di beatificazione dei “nostri ragazzi”. Dopo aver detto che “sono testimonial quando si redimono” ecco che oggi ufficializzando i 10 mesi (più otto) di squalifica di Tonali dice:
“Le regole prevedono un certo numero di anni di sanzione: è previsto il patteggiamento, sono previste le attenuanti, i ragazzi hanno collaborato fino all’inverosimile, quindi noi continuiamo a rispettare delle regole che ci siamo prefissati”.
“E’ avvenuto prima del deferimento, quindi deve essere avallato dal sottoscritto, cosa che ho già fatto. E’ previsto un patteggiamento per 18 mesi di cui 8 mesi di attività di recupero, alcune riguarda l’attività terapeutica e almeno 16 incontri in presenza come testimonianza”.
“A questo aggiungiamo un aspetto innovativo. Non possiamo pensare di elogiare le dimensioni del mondo del calcio nella valorizzazione di alcuni aspetti relazionali e sociali e poi pensare solo di punire alcuni ragazzi e di non recuperarli. Io credo che valgano molto di più – rispetto a un mese di squalifica – 8 mesi di attività di intervento a testimoniare, in maniera vera con i propri comportamenti e quello che hanno vissuto sulla propria pelle. Questo vale più di semplici parole”.
In un’altra occasione l’ecumenico Gravina aveva detto: “Come Presidente Federale tra un po’ sarò responsabile anche del buco dell’ozono… Ma la verità è che da presidente federale non mi sento molto coinvolto. Io sono dispiaciuto dal punto di vista umano, questi ragazzi sono per me dei figli e non possono diventare carne da macello. La modalità in cui vengono esposti alla mercé di tutti non è da paese civile.