La Gazzetta: ha saggiamente accettato che Lobotka tornasse al centro del gioco e che Kvara ricevesse di più la palla sui piedi

Questa sera Garcia affronta la Fiorentina di Italiano, che poteva essere l’erede di Spalletti sulla panchina del Napoli. Era tra i primi nomi nella lista di De Laurentiis che non ha voluto esplorare il percorso da compiere per ingaggiare un allenatore sotto contratto in virtù degli ottimi rapporti con la Fiorentina.
La Gazzetta dello Sport scrive che il tecnico francese aveva provato da subito a forzare il suo gioco al Napoli, ma poi ha intelligentemente capito che potevo esserci dei problemi
“Garcia sa bene che sarà una partita complicata. Il tecnico francese ha provato subito a portare le sue idee, ma c’è stato il rischio di ingolfare il motore. E così ha saggiamente studiato qualche contromisura accettando che Lobotka tornasse al centro del gioco e che Kvara ricevesse di più la palla sui piedi per scatenarsi in dribbling. La chiave, banalmente, starà nel prendere il pallone: il Napoli è primo nel possesso palla stagionale, ama comandare, ma anche la Fiorentina ha la stessa inclinazione ed è quarta in questa classifica”.
Altrove sempre la Gazzetta ha scritto su Lobotka
“Rudi Garcia l’aveva un po’ deresponsabilizzato in avvio di campionato, forse per togliere un punto di riferimento agli avversari. Il vero problema è che Lobotka proponeva un giropalla avvolgente e continuo, anche ragionato e rallentato quando serviva, mentre Garcia ama le verticalizzazioni appena si può. Ma nelle ultime partite Lobotka è tornato al centro del villaggio e il Napoli è cresciuto”
Dopo Napoli-Udinese 4-1 nel commento della Gazzetta dello Sport.
Nelle altre partite i giocatori si concentravano su quanto richiesto da Garcia più che sullo sviluppo della manovra: c’era meno libertà e fantasia, un’applicazione più rigida di quanto fatto in allenamento, soprattutto mancava quella fluidità che era diventata un tratto distintivo nella scorsa stagione. Ieri si sono riviste alcune cose: un Lobotka più attivo e rapido nello smistare la palla, tanti tagli e cambi di posizione e anche una buona dose di cattiveria. Per motivi diversi, Osimhen e Kvara volevano segnare e ci sono riusciti con prestazioni puntigliose e orgogliose. I problemi non sono magicamente scomparsi, ma adesso potranno essere affrontati meglio e con ottimismo: le milanesi sono solo quattro lunghezze più su.