Il corto sul bullismo subito per 20 chili di troppo. A La Stampa: «La solidarietà femminile è uno slogan vuoto, le donne sono state le peggiori con me»

Giovanna Mezzogiorno ha presentato alla Festa del Cinema di Roma “Unfitting” il corto da lei diretto che racconta la sua storia: la storia di un’attrice che è ingrassata venti chili e per questo ha subito di tutto, ogni sorta di bullismo.
Ne scrive La Stampa.
Troppo dolore da convertire in arte, Giovanna Mezzogiorno e l’odio vomitato addosso a lei, colpevole di aver preso 20 chili in doppia gravidanza. Lo chiamano body shaming, dittatura estetica, ma è soprattutto bullismo.
Mezzogiorno, ma che era successo per condurla a tanto?
«Era successo che il mio corpo era cambiato. Avevo avuto due gemelli, ero stanca e non avevo voglia di mettermi subito a perdere peso. Forse mi sono lasciata anche andare, sono stata pigra e per altri dieci anni mi sono portata dietro questi venti chili di troppo. Poi è una spirale, invece di risolvere la tua vita lavorativa e familiare, svuoti il frigorifero. Più facile. Fatto sta che è partito un bullismo esagerato contro di me amplificato perché anche digital. Se metti il mio nome su Internet, esce fuori di tutto: cicciona, malata, sporca…».
Problemi anche sul lavoro?
«Certo, improvvisamente non ero più l’attrice tanto brava e impegnata. Nessuna proposta di lavoro. Scomparsi tutti, persino
gli amici più cari come se fossi portatrice di un virus contagioso, la grassezza. Io ho 50 anni ed è stato devastante. Immaginiamo per gli adolescenti, una risposta così dura può portare a gesti gravi».
Le amiche le sono state accanto?
«Le amiche? Le colleghe? Non scherzi. Sparite anche loro. La solidarietà femminile è uno slogan vuoto di cui ci si riempie la bocca e basta. Fa moda. Le donne sono state le peggiori con me. No, aspetti, una mi disse con disapprovazione: “Ma quando
i tuoi figli vanno a letto non potresti andare a correre?”. Io risposi: “Certo che corro, a letto, stanca morta…»