Il presidente federale: “Figc sempre più impegnata in un processo di educazione in tutti i settori, in particolare dove sono coinvolti i giovani”
Tutto è bene quel che finisce bene. Gravina non sa più a cosa appigliarsi per chiudere il prima possibile il caso scommesse. Il presidente federale, nel giorno in cui potrebbe arrivare il secondo patteggiamento, quello di Tonali, è già alla fase di rielaborazione mediatica. Dice Gravina, che i giocatori “sono testimonial sempre, anche quando sbagliano e poi si ravvedono come sta succedendo in questi giorni”.
A Gravina è stato riconosciuto il Premio Edela (associazione a sostegno degli orfani di femminicidio), giunto alla sua seconda edizione e dedicato a Maurizio Costanzo. “Un riconoscimento che nobilita la mia sensibilità e quella della nostra federazione, sempre più impegnata in un processo di educazione in tutti i settori, in particolare dove sono coinvolti i giovani. Abbiamo una grande responsabilità, legata a una profonda diffusione dell’impatto comunicativo che il mondo del calcio ha”.
In un’altra occasione Gravina aveva detto: “Come Presidente Federale tra un po’ sarò responsabile anche del buco dell’ozono… Ma la verità è che da presidente federale non mi sento molto coinvolto. Io sono dispiaciuto dal punto di vista umano, questi ragazzi sono per me dei figli e non possono diventare carne da macello. La modalità in cui vengono esposti alla mercé di tutti non è da paese civile. La ludopatia è una piaga sociale, non è un problema del calcio italiano. Abbiamo un milione e 300mila tesserati, è chiaro che può essere coinvolto qualcuno di loro. Chi ha sbagliato deve essere punito, ci stiamo adoperando affinché emerga il tutto con la massima chiarezza. La punizione sarà una punizione afflittiva, ma chi ci chiederà aiuto verrà aiutato. La Federazione deve accompagnare questi ragazzi in un processo di guarigione, noi dobbiamo avviare un processo di recupero di questi ragazzi che è fondamentale“.