ilNapolista

Grazie a Berlusconi Napoli-Real Madrid portò alla nascita della Champions League (The Athletic)

“Berlusconi era un visionario, voleva la Superlega. Cambiò il formato della Coppa dei Campioni: aveva paura che Maradona e il Milan non la giocassero

Grazie a Berlusconi Napoli-Real Madrid portò alla nascita della Champions League (The Athletic)
(FILES) In this file photo taken on March 16, 2023 A mural of late Argentinian football legend Diego Maradona is pictured in the Quartieri Spagnoli district of Naples on March 16, 2023. - From narrow streets to balconies, the whole city of Naples is tinged with blue, the colour of its football club which is about to win the Scudetto for the first time since 1990, then with Diego Maradona, who is still revered as a saint today. (Photo by Tiziana FABI / AFP)

Stasera andrà in scena Napoli-Real Madrid, seconda giornata della fase a gironi di Champions League. The Athletic racconta del “rapporto” tra Perez e De Laurentiis sulle opinioni riguardanti la Superlega. Inoltre, cita l’episodio del 1987, quando il Napoli tentò la rimonta sul Real, ma il match terminò 1-1:

Quando la Superlega è stata lanciata nel 2021, il suo presidente, Florentino Perez (anche il presidente del Real Madrid) e gli altri fondatori non hanno pensato di invitare il Napoli. Aurelio De Laurentiis, proprietario degli attuali campioni d’Italia, ha affermato che non avrebbe comunque aderito. All’epoca, la Serie A era in trattative per la creazione di una società per vendere meglio i suoi diritti tv in tutto il mondo. De Laurentiis si è opposto. Pensava che dare via una percentuale delle entrate future in cambio di denaro istantaneo tanto necessario dopo il danno finanziario causato dalla pandemia, fosse una cattiva idea. All’atteso pranzo tra Perez e De Laurentiis prima che il Napoli ospiti il Real Madrid in Champions League stasera, ci si aspetta che il futuro del calcio sia un argomento di conversazione.

The Athletic ricorda che quello era un altro mondo. E che la Champions fu un’invenzione di un Berlusconi visionario che puntava a costruire una sorta di Superlega. Il magnate televisivo Silvio Berlusconi pensava che il formato fosse “un anacronismo storico”. Il rischio che una delle migliori squadre – e in questo caso il miglior giocatore del mondo, Maradona – uscisse dalle competizioni europee prima che iniziassero sul serio, ne ha diminuito l’attrazione. E avrebbe sperimentato lui stesso questa sensazione come proprietario del Milan quando, un mese dopo l’eliminazione del Napoli dalla Coppa dei Campioni da parte del Real Madrid, il secondo club del Barcellona, l’Espanyol, ha eliminato i pionieri del pressing di Arrigo Sacchi”

“Nelle competizioni europee prevale l’imponderabile”, disse Berlusconi al quotidiano italiano Il Corriere della Sera. “Dobbiamo trasformarla in una lega continentale, con garanzie per i club in termini di gestione e ricavi. Andavamo sempre a giocare a Madrid, Barcellona e Lisbona, non in qualche remoto villaggio di provincia. I club di un certo livello che attirano grandi folle e hanno ricavi adeguati dovrebbero competere tra loro. Una Serie A a 18 squadre va contro anche gli interessi del calcio. Con che mentalità arriva a San Siro una squadra di provincia? Il massimo a cui possono sperare è giocare per lo 0-0”.

Era il 1988, Berlusconi era avanti di 30 anni. The Athletic scrive “Berlusconi era un visionario non solo nel populismo e nell’uso della tv e del calcio come veicolo politico per creare una base elettorale e un marchio vincente. Ha riconosciuto il potenziale commerciale del gioco”.

E aggiunge: “in seguito trasformò un affare internazionale in una competizione per club, disputata a Milano in tre occasioni (1981, 1983 e 1987), che vedeva protagoniste le tre big italiane e un mix incoerente dei migliori campioni sudamericani (Flamengo, Santos, Penarol) e chiunque avesse vinto gli Europei. Per molti aspetti, prefigurava il Mondiale per club che l’attuale presidente della Fifa, Gianni Infantino, è impegnato a rilanciare. Questo tentativo di piegare le normative era tutto preparatorio per rompere il monopolio dell’emittente statale italiana Rai e utilizzare lo sport in diretta per avviare la rivoluzione della televisione a pagamento che ha reso la Serie A all’avanguardia e sfondatamente ricca, contribuendo a finanziare gli anni d’oro del campionato negli anni ’90 e prima metà degli anni 2000.

“La Champions League nel 1992-1993 fu la conseguenza di tutto ciò. Fu introdotto il concetto della fase a gironi, la competizione fu ampliata, più partite significarono che più soldi potevano essere addebitati alle emittenti e all’improvviso finire tra i primi quattro campionati nazionali divenne importante. In parte attraverso Napoli-Real Madrid e poi guardando la sua squadra uscire prematuramente da spietate competizioni ad eliminazione diretta nell’arco di un mese, Berlusconi ha immaginato la partita così com’è oggi, per non parlare del suo posto nei media, nello sport e nell’intrattenimento”.

ilnapolista © riproduzione riservata