Le dichiarazioni della nazionale spagnola in tribunale: «Ma non ho detto né scritto una parola di quello che loro hanno scritto»
Le prime dichiarazioni ufficiali di Jenni Hermoso in tribunale vengono riportate da El Pais. La calciatrice spagnola che ha subito il bacio dall’ex presidente federale Rubiales, racconta la sua versione dei fatti.
Lo ha fatto lo scorso 5 settembre davanti al pubblico ministero:
«Non mi sono sentivo rispettata. La prima cosa che gli ho detto quando l’ho abbracciato è stata ‘in cosa ci siamo cacciati’. Lui mi salta addosso, io resto fermo a sostenerci. Dopo mi ha detto che ‘avevamo vinto questo Mondiale grazie a me’. La cosa successiva che ricordo sono le sue mani sulla mia testa e non ricordo di aver sentito nient’altro. In nessun momento è stato consensuale. Stavo vivendo qualcosa di storico e pensavo che qualcosa del genere avrebbe avuto delle conseguenze. Non ho fatto nulla per ritrovarmi in quella situazione».
La Hermoso spiega come Rubiales abbia cercato il contatto con la calciatrice e dopo l’abbia cercata fin dentro gli spogliatoi. In quel momento le polemiche iniziavano a diffondersi in giro per il web. Rubiales ha continuano a cercare il sostegno della Hermoso anche a Sydney e a Doha, dove le ha chiesto di fare delle dichiarazioni insieme a lui.
«Non me lo aspettavo, non me lo aspettavo su quel palco… Era la premiazione di un Mondiale. Tanta emozione, tanta gioia, ma non ho cercato quel momento né ho fatto nulla affinché questo atto avvenisse».
Hermoso racconta anche delle pressioni ricevute. Il personale della Rfef (La Federcalcio spagnola), come la direttrice Ana Álvarez, ha parlato con lei prima di lasciare lo stadio. Anche l’addetta stampa, Patricia Pérez, si è avvicinata. Le ha mostrato una dichiarazione precedentemente redatta affinché la approvasse:
«Mi mostra una dichiarazione. Di quella dichiarazione non ho detto una parola. E io ho detto: ‘Ma perché devo fare questo?’ Dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo fermare tutto questo. E io gli ho detto: ‘Bene, fai quello che vuoi.’ Ma non ho detto né scritto una parola di quello che hanno scritto. Ancora una volta mi sentivo obbligata a fare qualcosa».
Il racconto continua. All’aeroporto di Doha, da dove Rubiales ha registrato un video, la Hermoso ha subito ulteriori pressioni.
«Stavo diventando molto nervosa, non dovevo apparire in nessun video. Mi ha detto: ‘Devi aiutarmi, e fallo per le mie due figlie che sono lì a piangere sull’aereo.’ Mi stava chiedendo di aiutarlo a risolvere un atto che aveva causato. Non mi sentivo come se dovessi aiutare nessuno».
Da quel momento le pressioni si fanno più subdole. Come quelle dell’ex ct Vilda che prima parla con il fratello della Hermoso, poi con la cugina e infine con il fidanzato.