Scrive Giudice: “produrre contenuti televisivi è un mestiere difficile, da professionisti: chi ne sarebbe l’imprenditore?”
Il canale di Lega non convince, scrive Alessandro Giudice sul Corriere dello Sport.
De Laurentiis ritiene più utile allestire un canale che produrrebbe autarchicamente i contenuti della Serie A ma la proposta non convince, per diverse ragioni. Anzitutto, non si vede con quali competenze un organismo collegiale spesso incapace di accordarsi su questioni di bassa cucina, saprebbe mettere in campo un prodotto competitivo, tecnologicamente sofisticato ed economicamente efficace. Produrre contenuti televisivi è un mestiere difficile, da professionisti. Un business rischioso che non genera solo ricavi ma assorbe ingenti investimenti e comporta costi di gestione. Chi ne sarebbe l’imprenditore? La Lega è un soggetto collettivo, deve mediare gli interessi (talvolta opposti) di tutti. Chi governerebbe il canale di Lega e come si potrebbe sterilizzarne l’inevitabile conflitto tra governance e portatori di interessi? Tutte domande senza risposta perché l’idea resterà inattuata per almeno cinque anni in cui il calcio dovrà consumare pasti più magri.
LA PROPOSTA DI DI LAURENTIIS ERA UN BLUFF, SCRIVE REPUBBLICA
Com’è noto, De Laurentiis era contrario all’assegnazione dei diritti tv a Sky e Dazn. Avrebbe voluto la creazione del canale di Lega. Scrive Repubblica che però non c’era alcun fondo con un’offerta reale, solo dichiarazioni di intenti. Il quotidiano definisce un bluff la proposta di De Laurentiis.
Stavolta di alternative non ce ne erano. De Laurentiis avrebbe voluto sviluppare il canale della Lega per vendere in autonomia al pubblico le immagini della Serie A: parlava da settimane di questo investimento, immaginava ricavi capaci di raggiungere i 4 miliardi, con la garanzia alle spalle di un prestito dei fondi di investimento interessati a far crescere il prodotto. Ma era un bluff ed è stato chiaro a tutti quando l’advisor scelto per sviluppare il canale, Lazard, ha vuotato il sacco: offerte vincolanti? Nemmeno una (quella di Oaktree era irricevibile), solo manifestazioni di interesse. È come se i fondi di investimento avessero detto: il canale della Lega ci interessa, parliamone. Ma tempo per parlarne non c’era, visto che per poter trasmettere la Serie A 2024/25 il canale doveva essere online in sei mesi. Non c’era tempo, ma soprattutto non c’erano i soldi.