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Il lamento di Sarri, mai un’autocritica, il timore è che il sarrismo sia superato (Corsport)

Franco Recanatesi: “La colpa delle occasioni perdute è sempre dei giocatori o del mercato, gi avversari ormai hanno preso le contromisure”

Il lamento di Sarri, mai un’autocritica, il timore è che il sarrismo sia superato (Corsport)
Db Auronzo di Cadore 23/07/2023 - amichevole / Lazio-Triestina / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Maurizio Sarri

Il lamento di Sarri, il mondo Lazio sta aprendo gli occhi sul tecnico toscano. Sul Corriere dello Sport c’è un godibile attacco ad alzo zero al sarrismo, firmato da Franco Recanatesi, di cui pubblichiamo qualche estratto.

Il “Lamento” è una bellissima poesia di Garcia Lorca ma sta diventando una brutta abitudine di Maurizio Sarri. La colpa delle occasioni perdute è sempre dei giocatori, mai uno straccio di autocritica. Le falle del mercato ricorrono puntualmente nelle interviste post-sconfitta. «Volevo A e mi hanno dato X e Y». Come dire: sono costretto a mettere in campo delle pippe. Il contrario della colla che compatta lo spogliatoio. Penso allo slancio che le parole del loro mister daranno ai vari Guendouzi, Kamada, Castellanos, Rovella, Pellegrini: noi siamo i bocconi amari che il mister ha dovuto ingoiare, il pesce azzurro invece del caviale.

Ha ragione Sarri a lamentarsi, perché della sua lista originale nella rosa non c’è traccia e perché anche i sostituti sono arrivati quando il campionato era già sulla linea di partenza e i tempi di inserimento mancavano. Ma detto una volta ai microfoni, con gocce di sudore e sguardi malandrini, sarebbe stato più che sufficiente; per il resto, s’incazzi, come dice lui, anche ogni giorno, ma nelle segrete stanze con Lotito. E, soprattutto, si rassegni, si adegui e s’ingegni a scovare un piano B.

Il dubbio, forte, è che il sarrismo sia superato. Comunque talvolta inadeguato alle caratteristiche dell’antagonista o addirittura dei propri giocatori. Alle radici del sarrismo c’è velocità di esecuzione, giropalla, sì, ma a due tocchi massimo. Questa Lazio è lenta, prolissa, credo che nessun’altra squadra conti tanti passaggi alle spalle come la Lazio.

Forse perché al terzo anno il modulo appare ripetitivo, gli avversari mica son grulli, studiano, riflettono, prendono contromisure.

LOTITO IMBUFALITO COL TECNICO 

Scrive il Corsport:

Ha accentuato i fronti di guerra fredda la conferenza stampa di Mau a San Siro. La profondità delle faglie sismiche che hanno squarciato Formello appare insanabile, non ci sono toppe diplomatiche da mettere. Sarri spacca, ma va avanti, non è tipo che si dimette, mai fatto: «I giocatori indicati non sono arrivati, ho chiesto A, mi hanno dato X e Y». Lotito non rompe, per ora. Ma non può non guardare la classifica e restare sordo a certi attacchi. È imbufalito, non tutti pensano che non sarà sfiorato dall’idea di prendere decisioni clamorose in caso di crollo nonostante il contratto ricco e blindato che lega Sarri alla Lazio (circa 4 milioni l’anno, bonus compresi, fino al 2025).

Doveva essere la coppia più bella del mercato, si è rivelata una coppia impossibile. E’ continua, da luglio, l’escalation di discordanze e incoerenze tra presidente e allenatore. E’, rimane, è sempre stata e sarà sempre una questione di rapporti di fiducia traditi, di potere. Sarri, senza Tare, aveva creduto (o gli avevano fatto credere) di poter diventare il Ferguson della Lazio. Lotito, supercult della sua gestione, dopo ogni stagione di successo si mette ai comandi con la presunzione di infallibilità, quest’anno riassunta nella definizione «gli acquisti li scelgo io. A Sarri ho chiesto di indicarmi delle posizioni da coprire e non dei nomi».

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