ilNapolista

Il Napoli è in campo con la maglia di Halloween. Ed è un vero e proprio incubo

A momenti entra pure Starace con la moka in mano. L’unico magari che avrebbe un compito preciso. Offrire il caffè a tutti.

Il Napoli è in campo con la maglia di Halloween. Ed è un vero e proprio incubo
Fiorentina's Italian defender Michael Kayode (L) and Napoli's Georgian midfielder Khvicha Kvaratskhelia vie for the ball during the Italian Serie A football match between Napoli and Fiorentina at the Diego Armando Maradona stadium in Naples on October 8, 2023. Eliano Imperato / Controluce via AFP

FALLI DA DIETRO – COMMENTI ALLA 8° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2023-24

Sette gare in venti giorni non le sente nessuno.
Fra le big in campo sabato, rallentano solo i Suninter.

Proprio loro, che avevano sulla carta l’incontro più agevole.

I nerazzurri approcciano bene. Doppietta in un quarto d’ora, e pratica apparentemente chiusa.

Ma poi smettono letteralmente di giocare e dimenticano – come spesso accade loro – che le partite durano 90 minuti.

Limiti tecnici e mentali preoccupanti.

Il Bologna ha l’infermeria piena di titolari acciaccati.
Ma è squadra fisica, compatta, organizzata e di carattere.
I giocatori in campo hanno acquisito il gioco fluido e di posizione che vuole il tecnico.
E rimonta anche con una certa agevolezza.

Non è una provinciale la squadra di Thiago, un tecnico ormai pronto per il salto di qualità.
È una squadra che può riportare l’Europa sotto le Torri dopo una ventina d’anni.

Quando si dice Derby della Mole, da un bel po’, si dice noia.
E ancora una volta, fra uno sbadiglio e un altro, la sfangano i bianconeri.
In 23 derby, Cairo ne ha vinti solo uno. Una disfatta.

Non ci sono più farfalle allo Stadium.

Tutte catturate da Milinkovic Savic con due interventi suicidi che condizionano la gara.

Eppure la Juve di Acciughina è la pura destrutturazione del gioco del calcio. L’inno al nulla assoluto.

Rapina a braccio armato nel finale a Marassi.
A tre minuti dalla fine Pulisic beffa i Grifoni con un tiro viziato da evidente fallo di mano.

Così evidente che i commentatori Dazn a fine gara, in disperato imbarazzo, non riescono a trovare le parole giuste per commentare la decisione del Var.
Parlano di immagini non chiare, a commento di immagini che invece appaiono grottescamente e inequivocabilmente chiarissime.
Raro caso di alta televisione che rimanda al teatro di Ionesco e Beckett.

Il pallone colpisce “chiaramente” l’avambraccio, tanto che la moviola evidenzia lo spostamento della manica, e il pallone, all’impatto col bicipite, cambia “chiaramente” direzione.

Diranno: ma il Var non è infallibile.
Sì, ma – guarda un po’ – è sempre dalla parte delle potenti.
Mai visto un Var a favore di una poveraccia.

A guardarle, queste immagini, è impossibile non riflettere sul l’impresa-miracolo del Napoli lo scorso anno.
Per vincere ha dovuto demolire la concorrenza, lasciarla senza parole e vanificare ogni giochino malizioso con una superiorità abissale. Sennò col cavolo.

Poi nel finale concitatissimo di Marassi succederà di tutto.
Persino l’espulsione di entrambi i portieri, cosa forse mai accaduta prima.

Fra i pali dei Diavoli andrà Olivier Giraud, preferito a Pulisic che pure si era offerto, e aveva appena dimostrato quanto di mano fosse bravo.

E destino vuole che proprio il francese diventi l’eroe di giornata.
È lui che salva il risultato con un’uscita sgangherata ma estremamente efficace proprio allo scadere.

Sono due punti di platino per i rossoneri che peseranno molto alla resa dei conti.

Per noi finisce qui.

Dopo appena otto partite e due sconfitte, Garcia ha già scucito lo scudetto dalle maglie azzurre per consegnare ai tifosi increduli la più cruda realtà.

Gli stilnovisti scendono al Maradona con due giorni di riposo in meno.
Ma non danno nessun segno di stanchezza.
Squadra corta, ben posizionati, pressione alta, passaggi precisi, idee di gioco chiare.

Il Napoli è in campo con la maglia di Halloween.
Ed è un vero e proprio incubo.

Brekalo apre le danze e infligge all’Albatros stordito l’umiliazione più cocente per un portiere.
Il gol con un tiro che passa fra le gambe.

Poi allo scadere del primo tempo un errore di Parisi consente un guizzo a Osi, fino a quel momento mai e poi mai servito dai compagni.
Rigore che finalmente il nigeriano permaloso si degna di tirare, e pareggio.

La ripresa attende il crollo fisico viola, per la fatica di 48 ore prima.
E invece no.
Se Osi sbaglia, solissimo davanti a Terracciano Pietro da San Felice a Cancello, vuol dire che non è serata. Vuol dire che non è annata.

Se Zambo si fa male e lo Stradivari francese inserisce Jack nientedimeno per schermare Arthur, vuol dire che abbiamo un tecnico con qualche problema di lucidità.

Sospetto confermato quando si accorge dell’errore e corre maldestramente ai ripari.
Toglie Polinapoli (che non perde occasione, uscendo, di fancularlo, come fanno tutti ormai in quello spogliatoio) e sballotta Jack a destra.

Sospetto che diventa certezza al triplo cambio Osi, Charlie Brown e Signorinello. Cioè i meglio.
E inserisce a vanvera chiunque vede seduto in panchina.
A momenti entra pure Starace con la moka in mano.
L’unico magari che avrebbe un compito preciso.
Offrire il caffè a tutti.

Finisce qui. Nient’altro da aggiungere.

Per Garcia quando finisce?

ilnapolista © riproduzione riservata