Batte il Verona 3-1, domina per un’ora poi si slabbra un po’. Le vittorie non vanno minimizzate ma piano con le sviolinate fuori luogo
Il Napoli batte il Verona 3-1. È una ovvietà ma di questi tempi è anche una notizia vista la tensione che regna. Il Napoli domina per un’ora. Segna tre gol in scioltezza. Se avesse accelerato, ne avrebbe segnati di più. Poi qualche patema da tifoso dopo il gol del 3-1 segnato dai veneti al 60esimo con Lazovic. Nell’ultima mezz’ora il Napoli concede un po’ troppo alla squadra di Baroni. Meret è bravo in almeno un paio di occasioni. Ma anche il Napoli si divora i suoi gol. La squadra di Garcia, come orami da tradizione, si slabbra col passare del tempo. Stavolta accade nel secondo tempo però il risultato di fatto non è mai in discussione. Ed è anche comprensibile che sia subentrata un minimo di insicurezza.
Tutto sommato la partita dice due cose: la prima è che è prematuro parlare di guarigione. Il Verona non un è test probante. La seconda è che gli azzurri hanno una rosa fuori categoria per la Serie A. In campionato il Napoli batterebbe almeno dieci squadre schierando i giocatori bendati. Esageriamo ma il senso è chiaro.
Le vittorie non vanno mai minimizzate. Successo peraltro ottenuto senza Osimhen e Anguissa. I gol del Napoli sono stati segnati da Politano e poi due da Kvaratskhelia fresco sposo. Ora l’importante è non ripartire con le sviolinate fuori luogo come avvenuto dopo i successi su Lecce e Udinese. Sono altre le partite che ci diranno a che punto è la crescita della squadra e il calendario viene in aiuto: fatta eccezione per il Milan – a Napoli domenica prossima – la squadra di Garcia affronterà le più forti a dicembre quando rientrerà Osimhen.
Della partita c’è poco da dire. Troppo ampio il divario tra le due formazioni. Garcia logicamente schiera Raspadori centravanti. Sarebbe assurdo il contrario visto che fin qui aveva giocato in ogni ruolo tranne il suo. A centrocampo al posto di Anguissa c’è Cajuste che si mette in luce col suo gioco a tutto campo e nel secondo tempo sfiora anche il gol. In difesa la coppia centrale Rrahmani-Natan a lungo inoperosa, anche se poi deve lavorare soprattutto per arginare la fisicità di Djuric.
Sulle fasce i due protagonisti: Politano e Kvaratskhelia. Queste sono le partite ideali per Politano che prima va vicino al gol con un tiro dei suoi e poi segna su cross delizioso di Raspadori. È sempre l’ex Sassuolo a servire a Kvaratskhelia il pallone che il georgiano gestisce nella sua zolla di campo preferita: si beve l’avversario e festeggia il matrimonio con un gol sul primo palo. Poi esulta alla Robin Hood sotto la curva del Verona e qualcuno dei veneti non gradisce. Una menzione la merita sempre Zielinski che gioca sempre con intelligenza. A inizio ripresa il terzo gol ancora del georgiano che – a dire di Aurelio De Laurentiis – è stato scoperto dal figlio Edo.
Non c’è da esaltarsi né da fare particolari disamine sul gioco, però era pur sempre una partita che avrebbe potuto nascondere insidie. C’è stata l’ennesima conferma, ma questo ormai è chiaro da tempo, che non c’è nessuno che rema contro. I problemi sono tutti tattici, di campo, direbbe Massimino di amalgama. Non ci sono né complotti né congiure.
La squadra di Garcia resta agganciata al treno di testa e martedì sera giocherà a Berlino per ipotecare già alla terza partita il passaggio agli ottavi di Champions. Per fortuna adesso si giocherà ogni tre giorni. Quando non ci sono le partite, si finisce col parlare troppo e il Napoli a chiacchiere non dà il meglio di sé. Decisamente meglio in campo che al microfono, nonostante l’inizio di stagione un po’ zoppicante.