Niente sorprese a Fuorigrotta, niente miracoli. Ancelotti fischiato all’inizio senza troppa convinzione dalla curva B.

Il Napoli perde la partita, ma non la faccia, scrive il Corriere della Sera.
Il cuore non basta. Il Napoli si illude due volte e poi soccombe. Niente sorprese a Fuorigrotta, niente miracoli. Ancelotti, fischiato all’inizio senza troppa convinzione dalla curva B, supera l’ostacolo che temeva di più. Il Real Madrid vince grazie alle sue stelle. Nello stadio intitolato a Maradona si esalta il talento acerbo ma evidentissimo di Jude Bellingham, 20 anni compiuti a giugno, pagato 100 milioni più altri 30 di bonus, impiegato trequartista, in realtà libero di fare ciò che più gli piace. E sono quasi sempre giocate decisive. L’assist per Vinicius e il gol del raddoppio nel giro di sette minuti cancellano l’1-0 di Ostigard durante il primo tempo. Fede Valverde, corsa e qualità, spegne il 2-2 di Zielinski su rigore con la fiondata da fuori area che a un quarto d’ora dalla fine Meret trasforma nel più sfortunato degli autogol.
Il Napoli perde la partita, ma non la faccia e nella prima parte del secondo tempo, dopo il pareggio, mette alle corde gli spagnoli. Coraggio e temperamento, proprio come aveva chiesto il suo allenatore. Gli azzurri avranno modo di rifarsi.
Anche il Real – nemmeno c’è bisogno di dirlo – è una grande d’Europa, e il Napoli ha pagato sulla propria pelle ciò che questa squadra ha dentro di sé. La formazione di Garcia è andata in vantaggio, è stata scavalcata, ha rischiato il crollo e poi si è rimessa in pari grazie a un rigore che Ancelotti – ci teneva a vincere davanti a De Laurentiis, nell’abbraccio finale al figlio Davide ha scaricato una tensione speciale – ha garbatamente contestato. Poi, il colpo finale. Una carambola? No, un gran tiro di Valverde. Bellingham ha impressionato chi lo conosce poco, ma il Napoli se l’è giocata quasi alla pari. Non è, almeno non ancora, la squadra perfetta, quasi inarrestabile della scorsa stagione, però la doppia sfida con l’Union Berlino dovrebbe aprire agli azzurri le porte degli ottavi.