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Il Napoli si ritrova mazziato e con un allenatore dimezzato

Conte chiude la porta mentre Garcia è sul campo ad allenare dopo la mezza sfiducia di De Laurentiis. Potrebbe essere peggio, potrebbe piovere

Il Napoli si ritrova mazziato e con un allenatore dimezzato

In comunicazione è come quando si fa a mazzate: chi colpisce per primo, colpisce due volte. E il Napoli, in questa vicenda, di botte ne ha prese molte. La più dura è senza dubbio la storia Instagram con cui Antonio Conte ha annunciato che non tornerà al lavoro e che quindi non sarà il prossimo tecnico del Napoli. Che quindi al momento resta ancora Rudi Garcia. Una situazione ai limiti del grottesco viste le parole di ieri di De Laurentiis che (eufemismo) ha manifestato più di un dubbio sul francese da lui scelto per guidare il posto Spalletti. Non solo ma per la prima volta il presidente ha esplicitato quel che era il segreto di Pulcinella, cioè che Garcia non era stata la sua prima scelta. Ha citato Luis Enrique, Thiago Motta dicendo che non se l’è sentita di venire a Napoli (se non è chiaro, Thiago Motta ha preferito il Bologna al Napoli). Ci sono poi Italiano, lo stesso Conte. E ci fermiamo qui.

La situazione adesso è questa. Il Napoli ha un allenatore – Garcia – se non sfiduciato, ulteriormente indebolito dal proprio presidente. Indebolito agli occhi di tutti, innanzitutto dei calciatori. Allenatore che oggi ha guidato l’allenamento mentre tutti aspettavano la notizia della firma di Antonio Conte. Si sono rincorse voci relative anche a un azzeramento dirigenziale che avrebbe coinvolto anche il direttore sportivo Meluso. In poche ore il Napoli è passato dal possibile annuncio di una rivoluzione tecnica, con Conte alla guida, all’abbiamo scherzato. Ovviamente la trattativa c’è stata ma De Laurentiis non è riuscito ad accontentare le richieste di Conte. Non si è raggiunto l’accordo. Il progetto Napoli non ha convinto il tecnico. Una botta tremenda.

Il club ne esce male, malissimo. È l’ennesima botta per De Laurentiis che ieri per la prima volta ha lasciato evidenti tracce di autocritica nei confronti dei mesi che hanno trasformato il Napoli da gioiellino a nave in confusione. Sulle sue enormi responsabilità non ci dilunghiamo, lo abbiamo fatto in maniera più che esaustiva su questo giornale (qui e qui, e tante altre volte).

Il Napoli resta col cerino in mano. Un bengala più che un cerino. Antonio Conte ha salutato, Rudi Garcia è a dir poco un allenatore dimezzato. Anche se, a questi livelli e a questi stipendi, può essere considerata la norma: si è pagati tanto anche per vivere pubbliche mortificazioni. Il Napoli resta in mezzo alla tempesta. E ora bisognerà mettere a posto i cocci, provare a fare pulizia, convincere sé stessi e i protagonisti che si è trattato dell’ennesima montatura mediatica. Ci sembra il momento più complicato della stagione del Napoli e degli ultimi mesi. Il che la dice lunga vista l’annata.

Citando Marty Feldman in Frankenstein Junior, proviamo a consolarci dicendo che potrebbe essere peggio: potrebbe piovere. Magari è un segno del destino. Ci si aggrappa a tutto. Il tutto mentre lo stato maggiore del calcio italiano celebra Rocco Commisso, la Fiorentina e l’inaugurazione del Viola Park. Non vorremmo che si trattasse di un cambio della guardia tra i club diciamo alternativi all’asse Milano-Torino.

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