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Isabella Rossellini: «Ricordo il terrore quando vidi mamma bruciare nel film su Giovanna d’Arco»

A Vogue: «Lei, che non era con noi, è dovuta correre a casa e mostrare che era viva. È stata un esempio di indipendenza che ho seguito»

Isabella Rossellini: «Ricordo il terrore quando vidi mamma bruciare nel film su Giovanna d’Arco»
Isabella Rossellini Cannes 15/05/2015. Festival del Cinema di Cannes Red Carpet del film La Tete Haute Foto Jean BIBARD / Panoramic / Insidefoto .ITALY ONLY

A Roma, per la Festa del Cinema, Isabella Rossellini riceverà il premio alla carriera e le sarà dedicata una retrospettiva. In quell’occasione la Rossellini presenterà La chimera, in uscita il 23 novembre, dove appare molto più vecchia della sua età.  Figlia d’arte, Isabella nasce a Roma dal matrimonio dell’attrice Ingrid Bergman, di origine svedese e tedesca, con il regista italiano Roberto Rossellini; i suoi genitori divorziarono quando aveva 5 anni. E proprio dei suoi genitori ha parlato in una lunga intervista Vogue dove ha avuto la sua 38esima copertina

Quando hai capito che i tuoi genitori erano delle star?

«Da piccola, ma non avevo la dimensione della fama dei miei genitori. Quindi, alle elementari, volevo che le mie amiche fossero il termometro del loro successo. Chiedevo loro: “Mio padre è conosciuto più o meno di Fellini? Mia mamma è come Greta Garbo?”»

E la prima volta che hai visto un film interpretato da tua madre?

«Ricordo in realtà la prima volta che mi è preso un colpo: è successo con Giovanna d’Arco di Victor Fleming (1948,ndr). Lei era la protagonista, veniva colpita da una freccia e poi bruciata… Quando abbiamo visto la scena del rogo noi bambini siamo scoppiati a piangere. Ci hanno portati via dal cinema. Mamma, che non era con noi, è dovuta correre a casa e mostrare che era viva. Ancora ricordo il terrore che ho provato in quella sala (ride, ndr)»

Quando giravano un film sentivi la loro mancanza?

«A volte stavano fuori per mesi e ovviamente mi mancavano, ma ho sempre saputo che, in caso di problemi seri, ci sarebbero stati. Io sono nata con una deformità della spina dorsale, una grave scoliosi. Ho subito delle operazioni serie e, allora, i miei genitori smettevano di lavorare per stare con me»

Una madre così forte, così indipendente ha certamente segnato la tua vita.

«Sì, certamente. Ma nella nostra famiglia non è che si affermasse il principio secondo cui le donne possono lavorare e avere una carriera. Mamma era ritenuta un caso a parte. Si diceva: “Per Ingrid essere attrice è una vocazione. Poverina, se non recita si rattrista”. La sua era ancora un’epoca in cui si riteneva che le donne fossero naturalmente portate a rimanere in casa ad accudire figli e marito. Ma con l’esempio di mamma e gli anni 70, periodo esplosivo del femminismo in Italia, ho preso ben presto la decisione di essere una donna indipendente. Per questo già a 22 anni mi guadagnavo da vivere: l’indipendenza è prima di tutto una questione finanziaria»

 

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