L’allenatrice “ha superato i limiti di correttezza ma nulla dimostra un nesso tra le sue offese e i danni subiti dalle ginnaste”
Il Tribunale della Federginnastica ha pubblicato oggi le motivazioni che hanno portato all’ammonizione di Emanuela Maccarani, allenatrice della nazionale di ginnastica ritmica.
Alcune atlete aveva accusato la Maccarani di abusi psicologici e metodi psicologici distruttivi. A fine settembre la sentenza del tribunale federale. Dal rischio radiazione, l’allenatrice è passata ad una ammonizione. Il suo comportamento è stato spiegato come “un atteggiamento di troppa generosità verso l’atleta al fine di farla performare al meglio”. Troppo amore, insomma.
Le motivazioni della sentenza:
“Si ritiene che le espressioni utilizzate – ancorché offensive – non siano state mosse dall’intenzione di arrecare danno, ma al fine di incitare le atlete ed ottenere un maggior impegno negli esercizi. Tale conclusione appare suffragata dalla circostanza che le atlete, che più di altre venivano fatte oggetto di tali parole, erano quelle che la sig.ra Maccarani voleva rientrassero in prima squadra a seguito di infortuni, anche la tesserata Ana Basta. Nell’analizzare il comportamento della Maccarani durante gli allenamenti non vi è ragione alcuna di dubitare che abbia in più occasioni superato i limiti di correttezza e rispetto imposti dalla normativa federale, pur nella considerazione del contesto in precedenza delineato non vi sia alcun elemento che dimostri l’esistenza di un nesso eziologico tra le espressioni utilizzate dalla sig.ra Maccarani ed i malesseri subiti da alcune atlete“.
Quella sentenza ha suscitato enorme scalpore, anche tra gli addetti ai lavori.
Yuri Chechi in una intervista alla Stampa disse:
«Mi disturba vedere che c’è una volontà di capovolgere la situazione. Di far passare le ragazze come carnefici e bugiarde. Come se non esistessero situazioni di criticità. La frase “Maccarani è colpevole di peccato di affetto” è imbarazzante. Una forzatura. Non mi sembra logico che i vertici debbano uscire da questa storia in modo virtuoso».
Sulla stessa linea anche il commento di Gramellini sul Corriere della Sera:
“La giustizia sportiva ha di fatto assolto l’ex allenatrice delle «farfalle» di ginnastica ritmica Emanuela Maccarani dall’accusa di maltrattamenti, comminandole una semplice ammonizione. Viene così affermato un principio controcorrente: in ambienti competitivi come quelli dello sport agonistico, bullizzare e irridere i sottoposti, allo scopo di temprarne il carattere, è un comportamento di grande valore formativo”.