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Neri Parenti e il politically correct: «Oggi Fantozzi non si potrebbe girare, ho nostalgia di De Laurentiis»

A La Stampa: «Niente parola ciccione nei film. Comandano gli streaming, ti girano le mail e devi adeguarti. Almeno con Aurelio si litigava»

Neri Parenti e il politically correct: «Oggi Fantozzi non si potrebbe girare, ho nostalgia di De Laurentiis»

Il regista Neri Parenti (noto per i cinepanettoni ma non solo), intervistato da La Stampa. Sta presentando il film “Volevo un figlio maschio”. Ma a La Stampa parla di come il politically correct stia uccidendo un certo genere di film comici.

«Ho girato 54 film, posso dire che con l’ottica di oggi almeno 53 non avrei potuto farli».

Quali sono i film che ha fatto e adesso non potrebbe rifare?

«Per esempio tutto Fantozzi. Villaggio aveva una moglie brutta e una figlia che sembrava una scimmia. Tutte cose che oggi non potrebbero nemmeno essere immaginate. Ormai siamo alla follia».

Perché?

«In questo film ho dovuto togliere la parola “ciccione” e sostituirla con “corpulento”, per non incorrere in accuse di “body shaming”. Sono cambiamenti imposti soprattutto dallo streaming, negli anni i film hanno avuto tanti padroni, poi i distributori, poi gli esercenti, ora sono i proprietari delle piattaforme che impediscono l’uso di certi termini e poi, magari, su quella stessa rete passa l’immagine di un bambino gettato nell’olio bollente. Posso capire certe necessità, le piattaforme si rivolgono a un mercato globale e sono costrette a fare un prodotto che vada bene per tutti. Il problema è che con loro non si può nemmeno discutere».

In che senso?

Neri Parenti: «Non c’è scambio, si comunica con mail in cui vengono date direttive e cui viene raccomandato di non rispondere. Era meglio litigare con Aurelio De Laurentiis, almeno si poteva provare a dimostrare di aver ragione, c’era un confronto, adesso manca proprio l’interlocutore. Direi che di Aurelio ho nostalgia, era stimolata, anche quando non andavamo d’accordo».

Girare un film comico è diventata un’impresa.

«È il genere che ho sempre praticato e quindi mi dispiace, ma è così. I film comici non si fanno, guardi Zalone, non li gira più nemmeno lui. Pesa anche la sparizione del dialetto, dovuta sempre a quel legame con le piattaforme, non è più immaginabile una storia in cui ci siano contrapposizioni tra napoletani, milanesi, romani, tutti con le proprie caratteristiche e il proprio modo di parlare».

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