Il quotidiano ironizza sulla decisione e ancora di più sulla contravvenzione di soli ventidue euro per chi fischia, arbitro escluso

Niente fischietti a San Siro, meglio i buu razzisti o gli insulti alle mamme (La Stampa)
Paolo Brusorio su La Stampa oggi ironizza sulla decisione presa si vietare i fischietti oggi a San Siro in occasione della partita tra Inter e Roma. I tifosi dell’Inter avevo deciso di utilizzarli per contestare Lukaku dopo la sua repentina decisione di andare alla Roma. L’iniziativa di vietare i fischietti è arrivata dal GOS (il gruppo operativo di sicurezza che include le varie istituzioni del territorio, tra cui questore e prefetto, e quelle sportive) a tutela del regolare svolgimento dell’evento in quanto l’iniziativa avrebbe disturbato il giocatore.
“A proposito di amori rinnegati: era ora, evviva, finalmente tolleranza zero. Il pungo di ferro della legge si abbatte sui tifosi con una delle più efficaci e severe opere di prevenzione che il calcio conosca. Oh, già. Qui c’è da far rispettare la norma Figc, c’è da normalizzare il comportamento entro lo stadio. Oramai, si sa, niente fischietti oggi a San Siro, quelli che i tifosi dell’Inter avrebbero voluto utilizzare contro Lukaku. Cortesia per l’ospite. Libero fischio in libera contestazione, sembrava persona un’idea goliardica con i tempi che corrono e invece dai tamburi ai cricche tracce è vietato disturbare il gioco in campo. Meglio i buu razzisti, le lenzuolate volgari o gli insulti alle mamme, così per andare sul classico. Più bulgara della decisione c’è solo la contravvenzione, ventidue euro, e tenga il resto, per chi verrà beccato a fischiare. Arbitro escluso”.