Garcia dice che la “base è buona”, qualcuno lo informi che il Napoli ha vinto lo scudetto. Rrahmani disastroso, Natan è un bravo ragazzo
Le pagelle di Napoli-Milan 2-2 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.
MERET. Stasera è maturata una certezza, Ilaria: la modestia (o la mediocrità, fate voi) dei due centrali non fa che trasmettere timori e insicurezze al povero Meret, che oppone una mano mollissima al parabilissimo primo gol del franco Olivier. Poi, per fortuna sua e nostra, l’Halloween dei diavoli rossoneri diventa un sabba di reti sbagliate clamorosamente e svanisce del tutto al 45’. Nella ripresa va però segnalata una meritoria respinta di Meret a quel tiro da fuori area del Rafa lusitano – 5,5
Il discorso potrebbe anche essere invertito, però, Fabrizio: potrebbe anche essere l’insicurezza di Meret a condizionare i due centrali. Comunque, a prescindere da chi condiziona chi, anche se il primo gol di Giroud è arrivato da distanza molto ravvicinata, Meret avrebbe potuto metterci un po’ di forza in più per non farsi piegare le mani guantate. Poi c’è il fatto che non esce mai. Buona la parata su Leao – 5
DI LORENZO. Tutti gli azzurri, tranne il Che Kvara, sono largamente insufficienti nel primo tempo. Quindi anche l’amato capitano. Ma nel secondo tempo la riscossa fatta di orgoglio e tanta energia passa soprattutto per la destra classica di Di Lorenzo e Na-Politano. Non solo. Al 58’ servito dal predetto Matteo, l’Euroappuntato punta Maignan che però sventa – 6
Fatica un po’ su un Leao, che non è il Leao imprendibile visto altre volte, ma come dici tu rinsavisce nel secondo tempo e ha la lucidità per innescare Politano – 6
RRAHMANI. E dire che non comincia male. Anzi. Nei primi tre minuti salva due volte la porta. Poi il buio risucchia Amir e in dieci minuti l’arzillo Giroud ne fa due. Vale la pena ripetere quanto pensato e scritto già a inizio stagione: Rrahmani almeno sinora non ha dimostrato la forza e il carisma per guidare la difesa. Non dimentichiamo infatti che è sempre stato un ottimo gregario, dapprima di Kalidou indi dell’invincibile Kim. E visto che Giroud non è Djuric, com’era facilmente prevedibile, ecco il patatrac. La solitudine dell’attaccante francese, nell’azione del primo gol milanista, è la foto spietata ed emblematica di una difesa modestissima, certamente non da scudetto – 4
Due salvataggi e due “autogol”. Il bilancio, contro il Milan che, non dimentichiamo, ci trastullò tra Champions e campionato solo un anno fa, è un disastro – 3
OSTIGARD dal 45’. La sua foga vichinga rivitalizza la difesa. Detto questo, meriterebbe un posto da titolare, più di Rrahmani e più di Natan – 6,5
Entra subito in partita, tiene benissimo la posizione, va deciso negli scontri fisici, fronteggia Giroud ed è persino ottimo su Leao al 79′ – 7
NATAN. D’accordo, continuiamo a dire che è un bravo ragazzo, che s’impegna e così via ma il crollo di Amir trascina anche il palindromo brazileiro in una prestazione opaca, fino all’ingenua autodistruzione con l’espulsione al 89’. Dite quello che volete ma non è da Napoli, almeno non per lottare al vertice – 5
Tiene la posizione molto meglio di Rrahmani, ma non si può dire che non sia da Napoli. E poi: quale Napoli, Fabrizio? Quello del primo tempo, totalmente sbagliato in campo, o quello del secondo, in cui sembra essere suonata la sveglia all’improvviso? Il giallo che gli frutta l’espulsione, poi, mi è sembrato un po’ eccessivo – 5
MARIO RUI. A proposito di autodistruzione: quando c’è una catastrofe Marittiello non manca mai di fare danni. I gol rossoneri originano dal suo lato, doloroso acme di una presenza superflua che non riesce mai ad arginare il Milan corsaro su quella fascia. Il suo primo tempo è rovinoso quanto quello di Amir – 4
E persino Pulisic lo mette in grande difficoltà – 4
OLIVERA dal 45’. Almeno l’uruguagio ha il fisico. E si vede – 6
Ci mette la grinta che in Mario Rui non si è vista nemmeno per un secondo e anche Romero non se la passa troppo bene, con lui in campo – 6
ELMAS. Il Macedone del Nord si agita tantissimo senza combinare nulla, se non perdere più di un pallone – 4,5
Ancora una volta perde un’occasione, anche se c’è da dire che il centrocampo con Elmas e Zielinski non è proprio una scelta felicissima, è più simile ad un harakiri. Detto ciò, sbaglia nel primo minuto provocando attimi di paura e sembra spaesato per tutto il tempo che resta in partita – 4
SIMEONE dal 45’. I tre cambi a inizio ripresa rappresentano il cambio di modulo con un attacco a due teste. A dire il vero la cabeza del Cholito si nota per niente, epperò il suo movimentismo apre varchi per i compagni – 6
Se non altro lotta su tutti i palloni – pochissimi – che gli arrivano – 6
LOBOTKA. Nel primo tempo, la terra di mezzo azzurra ridiventa la palude di sabbie mobili già vista con la Fiorentina. E così la solitudine di Lobo è esattamente l’opposto di quella vincente di Giroud. Basta guardarlo, sconsolato se non disperato, in fase d’impostazione: Rrahmani è inaffidabile per gli errori commessi; Natan troppo acerbo per responsabilizzarlo (meglio così); Elmas e Zielinski due fantasmi pronti per la notte di Halloween. Restano solo i lanci lunghi o la palla a Giacomino che si sbatte avanti e indietro. Anche qui una certezza, Ilaria: se il Napoli non comanda il gioco, Robotka ridiventa un comune mortale – 6
Semplicemente, Lobo non è Dio – 6
ZIELINSKI. Detto dello spettro di Zielinski visto nel primo tempo, il Senatore Piotr ha però il merito di procurarsi la punizione da cui origina il salvifico pareggio. La sufficienza però no – 5,5
Nel primo tempo va in difficoltà come tutta la squadra, poi si sveglia – 5,5
ANGUISSA dal 77’. Quando ha la palla è di una superficialità spaventosa – 5
Superficialità che lo porta a perdere una palla pericolosissima – 5
POLITANO. Nel primo tempo si carica sulla coscienza il mancato pareggio sullo zero a uno, quando il solito Che Kvara gli ricama un servizio magnifico che lui spreca con un destro presuntuoso. Nella ripresa si riscatta con un grandissimo gol. Notazione non secondaria: Na-Politano ha giocato tre volte in nove giorni e ormai si è capito che non ha sostituti al momento. Forse bisognerebbe organizzare un seminario scientifico per spiegare all’Imperatore Aurelio, che si è proclamato pure allenatore di sostegno, le caratteristiche di Politano, dell’ex (ahinoi) Lozano e del misterioso Lindstrom (in realtà descritto come un vice-Zielinski) – 6,5
Sull’uscita di Maignan dimentica che nel calcio esiste la possibilità di fare pallonetto. Ma, Fabrizio, il suo gol è meraviglioso: ne salta due, non fa capire niente alla difesa del Milan e lascia Maignan immobile a guardare. Non credo riuscirà a farlo mai più in carriera, premiamolo – 7
ZANOLI dall’82’. Senza voto
Senza voto.
RASPADORI. S’impegna allo spasimo, Giacomino, come pendolare tra l’attacco e il centro. Indi ridiventa Raspad’Oro con una punizione che scolpisce il due a due nel tabellino finale – 7
La sveglia del Napoli. La sua punizione è letteralmente perfetta, da rivedere mille e mille volte per goderne ancora e ancora – 7
KVARATSKHELIA. Gioca sempre su un’altra dimensione rispetto ai compagni e il suo duello con Calabria è ormai un classico del campionato, consacrato da quel lungo abbraccio finale tra i due che restituisce al calcio un epos d’antan. Certo, potrebbe segnare all’ultimo secondo ma proprio la respinta fortunosa di Maignan ci fa capire che quest’anno sarà un limbo di gioie e sofferenze – 7
Serve un assist delizioso a Politano che, presuntuoso, pensa di aver fatto gol e invece fa cilecca. Sembra uno scherzo del destino: Calabria, con Kvara in campo, diventa un giocatore meraviglioso – 6
GARCIA E DE LAURENTIIS. Alla decima giornata il Napoli ancora non riesce a vincere con continuità (massimo due volte di seguito) e in casa ha già perso otto punti. Indizio ormai significativo che quest’anno si lotterà a fatica per il quarto posto, salvo smentite che ci auguriamo con tutto il cuore. Svanita infatti l’esultanza per il gol di Giacomino, la ragione dice che stasera il Napoli si è salvato solo grazie agli acuti di due giocatori talentuosi. E chi se ne frega si potrebbe obiettare. Giusto. Ma il problema resta il futuro e questa squadra non solo ha archiviato lo spallettismo ma di fatto si sta scucendo il tricolore dalla maglia prima di Natale: l’Inter è a sette punti e il 3 dicembre ci sarà lo scontro diretto in casa nostra. Ci arriveremo dopo Salernitana, Empoli e Atalanta. Di conseguenza continuerà il tormentone sul falso problema di cacciare Garcia. Servirà a poco, ormai. Anche perché se questa stagione diventerà un purgatorio stentato di sconfitte, pareggi e poche vittorie la colpa è della supponenza egocentrica del presidente-imperatore. Altro che ciclo aperto: la campagna acquisti al ribasso, un allenatore scelto come ripiego, il pugno duro sui rinnovi portano in tutt’altra direzione. Del resto la partita anomala se non pazza di stasera è la metafora di questo Napoli volubile a due facce, come Giano bifronte. E le parole di Garcia a gara finita sono quelle di un allenatore che nega a priori di aver ereditato una squadra da scudetto (“la base è buona”). Un negazionista a perdere. Ma ci faccia il piacere – 4
Cinque minuti di appunti sul taccuino. Cosa si può scrivere in cinque minuti? La lista della spesa per il cenone di Capodanno, appunti per un’opera letteraria, la scaletta di una biografia, la falsariga di un intervento ad un convegno, cento volte la parola “somaro” come si faceva alle elementari, una lettera a De Laurentiis? O scarabocchi e ghirigori per riempire il tempo? Garcia sembra messo lì a caso, per riempire uno spazio. O forse il “sembra” andrebbe cassato dalla frase. I gol nascono dai singoli e con i singoli che ha a disposizione Garcia è capace di sbagliare tutto. I tre cambi all’inizio del secondo tempo sono un’ammissione di colpa e il cambio Zanoli per Politano un elogio alla pareggite – 4
ARBITRO ORSATO. Poteva fare numeri dannosi. Ma non li ha fatti, almeno così pare – 6