L’Inter ha vinto 1-0. Gol decisivo al minuto 81. Thuram il migliore, persino poco servito. Anche due legni per l’Inter prima in classifica
Thuram abbatte il fortino della Roma a dieci minuti dalla fine: Inter-Roma 1-0. L’Inter adesso è in testa alla classifica con 25 punti, due in più della Juventus. Stasera Napoli-Milan che sono rispettivamente a 17 e a 21. Vincendo, il Napoli si terrebbe a meno cinque dalla vetta.
L’Inter alla fine riesce ad avere la meglio della strenua resistenza dei giallorossi di Mourinho. E ci riescono grazie al loro uomo migliore: Marcus Thuram autore di un’ottima priva e servito persino poco dai compagni, uno come lui in partite come questa dovrebbe toccare più palloni: ne ha toccati meno di Lautaro Martinez: 42 Thuram, 47 Lautaro.
Thuram ha bruciato sullo scatto Llorente e in area piccola ha messo in rete il rasoterra di Dimarco.
L’Inter ha giocato in avanti ma ha anche rischiato nel secondo tempo, soprattutto con una grande parata di Sommer su colpo di testa di Cristante.
La squadra di Inzaghi ha colpito due legni: nel primo tempo traversa di Calhanoglu e nel finale di partita, già sull’1-0, incrocio dei pali di Carlos Augusto.
Fischiatissimo Lukaku che ha toccato appena 26 palloni in tutto il match.
L’INTERVISTA DI THURAM A L’EQUIPE
Il nuovo attaccante dell’Inter e figlio d’arte Marcus Thuram ha rilasciato un’intervista a L’Equipe in seguito alla convocazione della Francia per le qualificazioni a Euro 2024, parlando del suo arrivo in Italia.
Didier Deschamps, in una conferenza stampa, ha insistito sul fatto che l’Inter giochi con due attaccanti. Il che porta a un dubbio sul fatto che puoi essere schierato come unica punta. Cosa gli dici?
«Non devo rispondere all’allenatore. Dopotutto, tutti sanno che quando sono stato convocato l’anno scorso, giocavo come unica punta a Mönchengladbach. Sta a me adattarmi ai diversi sistemi. Penso di avere abbastanza intelligenza di gioco per farlo.»
Come si è evoluto il tuo gioco dal tuo arrivo in Serie A?
«In Italia mi insegnano a mantenere la posizione. Questo è uno dei motivi per cui ho scelto l’Inter. Mi permetterà di crescere in quella posizione. In Italia, mi viene chiesto di essere un perno per i miei compagni di squadra, di dialogare con i centrocampisti, di attaccare la profondità. È un mix di un sacco di cose. Nei movimenti di gioco, ho dovuto imparare nuovi metodi qui».
Hai la sensazione di essere diventato un centravanti in stile Olivier Giroud?
«Non definisco il mio ruolo con una parola. Essere un perno è una qualità che devo avere e su cui devo ancora lavorare. Ma non sono limitato a questo: la profondità, il gioco di rottura, la ricezione… La posizione del numero 9, come la percepisco, comprende molte qualità diverse. Mi fa piacere fare cose diverse. Questa squadra mi permette di svilupparle».
Qual è il contributo preciso che ti ha chiesto il tuo allenatore, Simone Inzaghi?
«Una visione del calcio in cui si gioca al fine di creare qualcosa di buono. In effetti, ogni movimento in campo innesca qualcosa. E si lavora ogni giorno, con tanti video dove tutti i movimenti vengono eseguiti in modo iper-preciso. L’allenatore sviluppa la mia intelligenza di gioco.»
Hai già fatto 5 assist. Percepisci questo ruolo come parte di una risorsa necessaria per un 9?
«Ho sempre avuto una concezione molto altruistica del calcio. In realtà, non voglio forzare niente. L’idea è sempre quella di rispettare il gioco, di essere intelligenti. Se devo fare un assist, non ho problemi a farlo. Se devo segnare, stessa cosa».
Come è organizzato il gioco in coppia con Lautaro Martinez?
«E’ abbastanza organico. Lautaro è uno dei migliori attaccanti del mondo. Ha grande tecnica, sa far giocare i suoi compagni. Quello che mi piace di lui è la qualità nell’ultimo tocco, quella calma che ha. Sono felice di giocare con lui. Stare con Alexis Sanchez, che non si scoraggia mai, è stimolante. Anche il gioco di Marko Arnautovic mi ispira. Questo è il club perfetto per continuare a crescere. Ho ancora un sacco di cose su cui lavorare. Sapere che ho quasi un mondo da scoprire, da imparare, è molto eccitante».
Come ti ha convinto l’Inter?
«Dovete sapere che due anni fa l’Inter mi ha contattato, giocavo come ala ma mi volevano come centravanti. Questa opinione su di me erano pochi ad averla».
Il Psg è stato un corteggiatore costante. Hai esitato molto?
«Ho parlato con molti altri club. Non è stata una scelta facile. So di aver fatto quella giusta. Non sto chiedendo a nessuno di capire la mia scelta. So che chi conosce il calcio sa cosa rappresenta l’Inter, gli immensi giocatori che ci sono stati. Quando indossiamo questa maglia, sentiamo il peso storico che ha. C’è un entusiasmo straordinario, quando incontriamo persone per strada, parlano tutti della prossima partita. È uno dei più grandi club d’Europa. E poi è una squadra stabile che funziona molto bene, che è stata finalista in Champions League, che ha grandi giocatori. La mia scelta è legata a tutto questo, in effetti».
Ci sono molti scambi di opinioni con i tuoi compagni di Nazionale nei momenti di una scelta? Theo (Hernandez) e Olivier (Giroud) ti hanno detto di venire al Milan? Kylian Mbappé a Parigi?
«No, è qualcosa di personale, sinceramente».