Il ministro: «La ludopatia? Bisogna affrontarla con metodo: avidità e azzardo non vanno sullo stesso piano».
Abodi, ministro per lo Sport e i Giovani, ha rilasciato delle dichiarazioni nel corso di “Italia 2023: Persone, Lavoro, Impresa”, una piattaforma dove interagiscono e dialogano i massimi esponenti del mondo delle istituzioni, della finanza e della impresa, promossa da Pwc Italia.
«Se noi indeboliamo il calcio perché lo riteniamo non meritevole delle nostre attenzione, noi stiamo facendo un danno al sistema sportivo. In Italia viviamo in un modello nel quale il finanziamento pubblico allo sport è legato al 32% della fiscalità generata dal nostro sistema sportivo nell’anno precedente con un minimo garantito di 410 milioni ed il calcio è il primo contribuente di questo 32%»
Abodi è poi tornato a parlare di ludopatia, argomento al centro di molte dichiarazioni del ministro in seguito allo scandalo del calcio scommesse: «La ludopatia? Voglio fare alcune considerazioni di premessa. Proprio per l’impatto sociale di questa dipendenza che si associa ad altro, bisogna affrontarla con metodo. Primo elemento, avidità e azzardo non vanno sullo stesso piano. Secondo elemento, va fatta differenza tra lecito e illecito. I siti legali hanno una concessione da parte dello Stato, sono tracciate e contingentate»
«Il calciatore non può scommettere sul calcio, quello che è successo in queste settimane è che non solo scommettono, ma anche su siti illegali. Su quelli illegali non possono perché devi dare il codice fiscale e vieni identificato. Non ho la formula magica, per contrastare questa patologia oltre la prevenzione dobbiamo cercare di proteggere ciò che è legale da ciò che illegale»
Le dichiarazioni che Abodi aveva fatto sulla vicenda:
«Intanto mi auguro Tonali abbia capito il danno procurato a se stesso e al sistema. Poi gli strumenti con i quali si è arrivati a questa decisione non posso commentarli, c’è un sistema sportivo e una giustizia autonoma che rispetto. Mi auguro si faccia chiarezza senza ipocrisie e omertà»
«Che alcuni personaggi diventino addirittura portavoce e anticipatori di notizie e su quello costruiscano una visibilità personale e magari anche un fatturato economico è l’esasperazione di una degenerazione, che mi auguro ci faccia riflettere e intervenire su tutte le fattispecie e non solo su questa”. Abodi parla di Corona. L’uomo che sta dettando i tempi dello scandalo scommesse, a suo uso e consumo. Il ministro per lo Sport e i Giovani dice all’agenzia Dire che si tratta di “un cattivo costume che ha una sua purtroppo sistematica ripetitività su fatti che magari interessano l’opinione pubblica nel complesso, mentre lo sport interessa un po’ tutti. Le emorragie di informazioni riservate non sono una novità, sono secondo me un danno grave al sistema della giustizia e alla sua credibilità»