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Allegri l’allenatore che infastidisce i fanatici degli “scienziati” del calcio (Zazzaroni)

Nell’Italia dei criticonzi (critici più str…) è considerato un gestore fortunato. Nel calcio che conta, Florentino Perez lo voleva al Real Madrid

Allegri l’allenatore che infastidisce i fanatici degli “scienziati” del calcio (Zazzaroni)
Juventus' Italian coach Massimiliano Allegri reacts during the Italian Serie A football match between Milan and Juventus at San Siro Stadium, in Milan on October 22, 2023. (Photo by Marco BERTORELLO / AFP)

La rivincita di Allegri che domenica sera giocherà la sfida scudetto tra Juventus e Inter. Ne scrive Ivan Zazzaroni direttore del Corriere dello Sport.

Se domenica sera riuscirà a battere l’Inter Massimiliano Allegri riporterà la Juve in testa al campionato (a parità di partite) dopo 1.212 giorni, 40 mesi. Sembra incredibile, ma è così. Anche per questo l’uomo del weekend – e della settimana non può essere che lui, l’allenatore che, nonostante sei scudetti, due finali di Champions e qualche coppa nazionale, viene ancora considerato un abile, ancorché fortunato, gestore di campioni, o presunti tali. E niente di più. Ma questa è l’Italia dei criticonzi – neologismo coniato da Italo Cucci sul Guerin Sportivo per indicare i critici più str…ani -, gente che coltiva pregiudizi e antipatie con passione, insistenza e talvolta insolenza e non abbandona le posizioni nemmeno di fronte ai risultati.

Allegri è il teorico della semplicità (del calcio) e del cazzeggio creativo (nello spogliatoio). Proprio il tema della semplicità viene ritenuto una provocazione: infastidisce in particolare i fanatici degli “scienziati”, i tecnici più trendy, considerati portatori del nuovo verbo.

«Se ci avessero insegnato di meno avremmo imparato di più» è uno dei motti di Allegri, al quale aggiunge – inserendoli in un libro – «il calcio è semplice: devi fare l’opposto di quello che fanno i tuoi avversari» e «autenticità, direzione e un pizzico di empatia.

LE CRITICHE DI REPUBBLICA DOPO FIORENTINA-JUVENTUS 0-1

Allegri ha piazzato otto giocatori in area e due al limite (e ha vinto). Lo scrive Repubblica nella cronaca-analisi di Fiorentina-Juventus 0-1.

Quella partita è stata un flusso costante di gioco e palloni in un’unica direzione e in un’unica porzione di campo, vale a dire i trenta metri davanti a Szczesny, dove la Juve s’è asserragliata a protezione di quell’unica giocata offensiva. Con otto giocatori in area e due al limite, i bianconeri hanno organizzato una difesa di puro presidio. Non hanno fatto passare un pallone basso e men che meno alto, obbligando i viola a una ripetitività che alla fine ha fatto il gioco bianconero. Certo, la Juve è stata protetta dagli dèi del calcio perché quando passi il 90% del tempo nella tua metà campo (dato ufficiale Lega Serie A) può capitare che ti tradisca un rimpallo, un rimbalzo strano, una deviazione imprevista, insomma una cosa tipo quella che aveva permesso ai bianconeri di battere il Verona al 97’. Qui non è successo, un po’ perché la difesa juventina, che quando può difendere così va in solluchero, non è quella veronese, un po’ perché la Fiorentina non ha mai saputo pensare a una variazione sul tema, limitandosi a muovere la palla ad arco attorno all’area e a far spiovere cross finiti regolarmente nelle fauci bianconere. 

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