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Bellingham, mister 103 milioni, vince il premio Golden Boy di Tuttosport

Quello del Real Madrid è stato l’acquisto dell’estate. 485 punti su un massimale di 500 e il 97% dei voti per lui.

Bellingham, mister 103 milioni, vince il premio Golden Boy di Tuttosport
Real Madrid's English midfielder #5 Jude Bellingham celebrates scoring the equalizing goal during the Spanish league football match between FC Barcelona and Real Madrid CF at the Estadi Olimpic Lluis Companys in Barcelona on October 28, 2023. (Photo by LLUIS GENE / AFP)

Jude Bellingham, pagato 103 milioni dal Real Madrid al Borussia Dortmund, vince il premio di Tuttosport Golden Boy. Per il centrocampista inglese un avvio di stagione fantastico con i blancos; al momento, è capocannoniere de La Liga. Il quotidiano torinese scrive:

Quando una giuria internazionale costituita da 50 autorevoli giornalisti delle più prestigiose testate europee assegna a un ventenne 485 punti su un massimale di 500, c’è solo da togliersi il cappello. Carta canta. Supremazia plebiscitaria. Esattamente il 97% dei voti. Identica percentuale ottenuta da Mbappé quando si laureò Golden Boy 2017 (291 voti su 300, ma attenzione: all’epoca i giurati erano 30, non 50). Ecco perché Jude Bellingham, centrocampista inglese del Real Madrid, 13 gol nelle prime 13 partite con la “camiseta blanca”, è il “re dei re” del Golden Boy. Stratosfericamente “galáctico”. Il Verstappen degli Under 21 più talentuosi in circolazione. Anche il numero 5 dei madridisti, la “dorsal” di un certo Zidane, ha fatto il vuoto dietro di sé come il pilota olandese nella classifica del Mondiale di Formula 1: sono 200 giusti i punti di vantaggio sul tedesco Musiala del Bayern, paragonabili un po’ ai 266 che vanta l’alfiere della Red Bull sul suo più “immediato” inseguitore. Congratulazioni all’ex “starlet” del Borussia Dortmund”.

IL GUARDIAN SUL VENTENNE INGLESE:

Quando si muove emette come un suono tutto suo: il “Bellingham burst”. Come l’accensione di un razzo. L’hanno avvertito a Wembley quando lo stadio stava per cedere a un “nervosismo familiare e inquietante, un’ondata di insoddisfazione che cresceva mentre i difensori inglesi passavano la palla davanti a un centrocampo statico. L’Italia aveva iniziato come rassegnata al bullismo ma ora, con un gol in vista e con il vento palpabile nelle vele, sembrava avere i giocatori di Gareth Southgate dove volevano. Questa squadra azzurra è una pallida imitazione di molte squadre che l’hanno preceduta, ma avevano attirato i padroni di casa in quel tipo di lento e vuoto accumulo da cui di solito arriva poco di buono.

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