All’Ansa il presidente della Federtennis: «Ci dispiace, ma la stagione del tennis è fatta così. Ci incontreremo quando sarà possibile»

La vittoria in Coppa Davis ha reso orgogliosa tutta l’Italia. Anche le istituzioni si sono complimentate con Sinner, Volandri, Arnaldi, il presidente della Federtennis Binaghi e gli altri. Tanto che attraverso un tweet il Quirinale ha comunicato un’incontro con la delegazione italiana del tennis:
La squadra #italiana
di #tennis vincitrice della #CoppaDavis sarà ricevuta al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio #Mattarella il 21 dicembre
— Quirinale (@Quirinale) November 26, 2023
Tuttavia, il presidente della Federtennis, Angelo Binaghi, ha dichiarato attraverso l’Ansa che l’incontro dovrà essere riprogrammato. Le parole di Binaghi:
«Il 21 dicembre purtroppo non potremo andare al Quirinale: ci dispiace da morire per il presidente Mattarella con cui abbiamo una promessa in sospeso. I ragazzi hanno già in calendario da tempo le vacanze in vista della partenza per l’Australia. Ci dispiace per il presidente Mattarella, perché abbiamo avuto il governo vicino, con il ministro dello sport e col messaggio che mi ha mandato la premier: lo faremo quando ci sarà possibile. Non possiamo esserci il 21 dicembre perché la stagione del tennis è fatta così e noi non dobbiamo cambiare di una virgola, essere sempre gli stessi, non perderci in passerelle, anche se quella al Quirinale ovviamente non lo è. Dico che non dobbiamo cambiare le nostre abitudini che sono l’applicazione, il lavoro, il metodo».
Cos all’Ansa il presidente della Federtennis Angelo Binaghi che chiarisce quindi come l’appuntamento annunciato dal Colle per celebrare la vittoria della Coppa Davis dagli azzurri giocoforza dovrà tenersi un altro giorno.
Il Corriere della Sera su Sinner
Mentre quell’ex ragazzo rosso di capelli demoliva Alex De Minaur, uno che costeggia i primi dieci del mondo, ci è venuta in mente la scena di Breaking Bad nella quale l’ormai onnipotente protagonista intima al capo della banda rivale di riconoscerlo, pronunciando il suo nome a voce alta. «Say my name». Abbiamo il Campione, quello che incute timore agli avversari. Nel momento in cui il tennis torna a essere lo sport di tutti, è giusto ricordare chi ci ha accompagnato durante un viaggio durato 47 anni, il tempo che ci separa dall’ultima vittoria in Davis. Ma è sacrosanto aggiungere che senza di lui, sarebbero vani i tenaci Matteo Arnaldi e Lorenzo Sonego, l’incostante Lorenzo Musetti, avrebbe meno senso l’auspicato ritorno di Matteo Berrettini. Non chiamatelo predestinato, perché gli fate un torto.