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Binaghi: «La Coppa Davis sembra il circo equestre. Il no di Sinner mi ha fatto male, poi ho capito»

Il presidente della federtennis a La Stampa: «Sinner è molto più intelligente di quello che sembra e di quanto lui faccia sembrare»

Binaghi: «La Coppa Davis sembra il circo equestre. Il no di Sinner mi ha fatto male, poi ho capito»
Londra (Inghilterra) 09/07/2023 - Wimbledon / foto Imago/Image Sport nella foto: Jannik Sinner ONLY ITALY

Angelo Binaghi, presidente della Federtennis (e padel) intervistato da La Stampa alla vigilia della Finals Atp a Torino.

«Se mi ricandido (a presidente della federazione, ndr), sarà per fare qualcosa di straordinario».

Tipo?
«Superare il calcio nei tesserati, portare uno Slam in Italia e avere il numero uno del mondo».

«Il calcio è un sistema malato. Noi non abbiamo un centesimo dei problemi che hanno loro, ma lo Stato li ha sempre salvati. Il tennis fa da solo».

Musetti: si aspettava di più?
«Sì ma il problema Musetti, se è un problema, va risolto in modo sistemico e razionale. Come ha fatto Sinner».

Binaghi: «Jannik si è circondato di un gruppo di lavoro senza badare a spese e a costo di sacrifici anche umani perché lasciare Piatti non è stato indolore. Lui finalizza tutto alla programmazione, anche non giocare la Coppa Davis, scelta che mi ha fatto male ma che poi ho capito, ha avuto un senso. Musetti cerchi chi voglia, non serve lasciare qualcuno ma gli affianchi uno staff che lo gestisca meglio».

Berrettini mi preoccupa di meno. L’unico suo problema è il fisico. Matteo è un uomo maturo e capisce il gioco meglio degli altri, anche di chi ha vinto 4-5 Slam. Se dovessi scegliere il futuro capitano di Davis, non avrei dubbi: prenderei Berrettini».

«Nella scala dei miei la Coppa Davis viene prima solo dei Giochi Olimpici. Davanti ha gli Slam, le Finals e gli Internazionali d’Italia. Noi enfatizziamo troppo la Davis, ma ci sta, l’abbiamo conquistata in un anno straordinario per il tennis azzurro e non avendo vinto nulla per un lungo periodo, è stata il parametro dei nostri risultati. I tempi sono cambiati, poi con questa formula sembra il circo equestre».

«Sinner è la nostra fortuna. È molto più intelligente di quello che sembra e di quanto lui faccia sembrare. L’hanno criticato e non ha fatto una piega, è tornato in campo e ha vinto».  

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