Ai canali Uefa: «Al Maradona ce la giocheremo a viso aperto, manterremo la nostra identità di gioco. Vincere è l’unico risultato che conta per noi».
L’attaccante spagnolo del Braga Alvaro Djalò, in gol ieri contro l’Union Berlino in Champions, è stato intervistato ai microfoni della Uefa e ha parlato del match che lo aspetta contro il Napoli:
«Anche in dieci siamo riusciti a fare bene, insieme, e a conquistare un punto. La qualificazione è difficile, il Napoli è un avversario complicato da sfidare, ma noi manterremo la nostra identità».
Il Napoli ha due risultati su tre utili contro il Braga e potrebbe anche perdere con un gol di scarto per qualificarsi:
«Al Maradona ce la giocheremo a viso aperto, faccia a faccia. Andremo in Italia per vincere, visto che è l’unico risultato a nostra disposizione. Sarà una partita da dentro-fuori e daremo il massimo, faremo tutto il possibile per vincere».
IL MATCH D’ANDATA TRA LA SQUADRA PORTOGHESE E GLI AZZURRI:
Gazzetta: Anche Kvara che ci prova ma non semina avversari nella polvere come nei cartoni animati dell’ultimo campionato. E la difesa, be’, non si pensava davvero che perdendo Kim sarebbe finita spesso in balia degli avversari. Nessuno anticipa, nessuno aggredisce. Anche il Braga va al tiro una decina di volte. Pretendere che la storia si ripeta sarebbe ingiusto, quel Napoli non c’è più per mille ragioni. Ma forse il nuovo allenatore dovrebbe recuperare alcuni dei vecchi codici sepolti un po’ in fretta. Il debutto a Frosinone, con una squadra meno palleggiante, più verticale e, forse, più cinica, è stato un’illusione. Non si capisce perché cambiare la regia di Lobotka, trasformandolo da Pirlo in un geometra di centrocampo. Ci perde lui, ma l’altro danneggiato dalla mossa è Anguissa, irriconoscibile rispetto al tuttocampista di Spalletti.
Ci vuole anche culo nella vita. E il Napoli di Garcia dimostra di averne. Al minuto 88 di Braga-Napoli, con le squadre sull’1-1 dopo il pareggio portoghese, una clamorosa autorete portoghese consegna i tre punti agli azzurri. E al 94esimo i portoghesi colpiscono un palo. Amen. Non facciamoci illusioni. Il Napoli è malato. La diagnosi non è precisa. Il Napoli non si sa bene cosa abbia. Di certo non sta bene. E in campo non sa che cosa fare. I calciatori sono smarriti. Si impegnano, perché si impegnano, ma sotto la tenacia e l’abnegazione c’è ben poco. Altrimenti non si può mai rischiare di pareggiare contro i modestissimi portoghesi del Braga lo scorso anno in questo stadio sconfitti 0-4 dalla Fiorentina di Italiano.