POSTA NAPOLISTA – La piazza ha ricevuto la testa che reclamava. De Laurentiis non si illuda di sanare un errore commettendone un altro
Cambiare allenatore è paracetamolo, abbassa la temperatura. Poi la febbre torna.
Alla fine la piazza ha ricevuto la testa che reclamava. De Laurentiis non si illuda di sanare un errore commettendone un altro, che sarà ancora più grave se imporrà il dogma del 433 al nuovo arrivato. I cambi in corsa non generano inversioni di tendenza, è ancora troppo vivido il ricordo del disastroso inizio di Gattuso: quattro sconfitte nelle prime cinque partite. Cambiare allenatore è come assumere paracetamolo, abbassi temporaneamente la temperatura, poi la febbre ritorna. Perché il male è altrove.
La scorsa stagione si veleggiava con il vento in poppa, ora che bisogna nuotare contro corrente, vengono fuori i limiti di calciatori incapaci di sopportare le pressioni. Quando non avevano uno scudetto da difendere era tutto più semplice. Solo questo può spiegare la miriade di errori, anche banali, che abbondano in ogni partita. La sconfitta contro il Real Madrid, da molti giudicata positivamente, è stata determinata da errori marchiani non dalla forza dei blancos. Quella è stata la cartina al tornasole della stagione attuale.
Cambiare tecnico è la prassi, ma credo servisse un mental coach per ridare autostima ai calciatori. La guida tecnica può poco quando sbagli controlli semplici, appoggi a pochi metri e tiri palloni in curva. Il gioco farraginoso e inconcludente è la logica conseguenza. Adesso per i calciatori non ci saranno più alibi. A differenza del predecessore, Mazzarri è conosciuto e benvoluto dalla tifoseria e non è scontato che diventi un capro espiatorio come Garcia. In pochi giorni non potrà compiere miracoli, nel bene o nel male, i risultati del campo saranno attribuibili solo ai calciatori. Dovranno dimostrare di essere veri campioni onorando il tricolore che hanno sul petto.