Roncone: il ct accrocca le formazioni con quello che ha. Ci portiamo addosso una grandeur immotivata. Meno male che Spalletti c’è e lo sa
L’Italia gioca con Gatti al centro della difesa, ripetiamo: Gatti (Corsera)
Sul Corriere della Sera Fabrizio Roncone fa una radiografia finalmente priva di retorica della nostra Nazionale, condensata nella frase:
Il guaio è che ci portiamo addosso una grandeur immotivata.
E poi Roncone fa una carrellata (che bel termine desueto, ricorda la spicciolata di De Zan: “Bombini, Masciarelli…”) dei calciatori che oggi vestono la maglia dell’Italia.
Ecco cosa scrive:
Certo abbiamo la straordinaria fortuna che Luciano Spalletti, lo scorso 18 agosto, accettò di venirci a mettere la faccia, e l’immenso mestiere, e tutta la sua visionaria bravura tattica. Ma non può sfuggirci che, all’Olimpico, contro la Macedonia del Nord, ha dovuto accroccare una formazione con Gatti — meglio ripeterlo: non Scirea, non Franco Baresi, ma Gatti — al centro della difesa. Con Jorginho che viene convocato perché ha finalmente ricominciato a giocare nell’Arsenal, e noi tra serie A e B non abbiamo un solo regista di rango internazionale (Cristante e Locatelli, come noto, sono adattati al ruolo). Bonaventura — gran piede, sia chiaro — diventa titolare a 34 anni suonati.
Poi c’era Raspadori a fare il centravanti, sia pure con l’incarico da falso 9, però tutti sappiamo che al Napoli, nelle gerarchie, sta dietro a Osimhen. Quanto a Berardi, il talentuoso Berardi: è lui che nella tragica notte di Palermo, contro i macedoni, sbaglia un gol a porta vuota — non per modo di dire: era proprio vuota. E comunque: c’è tanta differenza tra lui e Politano? Oppure vogliamo parlare di El Shaarawy e Frattesi (stavolta parte dall’inizio), che non sono titolari nemmeno nelle rispettive squadre di club?
Come dicevano i nonni: questo passa il convento. Ma Spalletti sa tutto, ha visto tutto. Senza retorica, Luciano: siamo nelle tue mani.