Lo striscione fuori lo stadio: “A pagare è stato l’allenatore ma sia ben chiaro a ogni calciatore. Non vi dà l’impunità aver vinto il tricolore”
Uno striscione fuori lo stadio Diego Armando Maradona di Napoli suona come monito per i giocatori del Napoli. A riportare la notizie a Ansa che riporta l’immagine dello striscione:
“A pagare è stato l’allenatore ma sia ben chiaro a ogni calciatore. Non vi dà l’impunità aver vinto il tricolore“.
Un chiaro riferimento agli ultimi avvenimenti successi in casa Napoli. L’esonero di Garcia e l’arrivo di Mazzarri togli ogni possibile alibi ai giocatori. Almeno questo è il senso dello striscione che si riferisce ai soli giocatori. Nessun cenno alla dirigenza o al presidente De Laurentiis da mesi ormai al riparo da qualsiasi forma di contestazione.
La nota Ansa:
“«A pagare è stato l’allenatore ma sia ben chiaro a ogni calciatore. Non vi dà l’impunità aver vinto il tricolore». Questo il testo del grande striscione che i tifosi del Napoli hanno appeso stanotte all’esterno dello stadio di Maradona, firmandolo Curva A. Uno striscione che esprime la forte delusione dei tifosi per questo avvio di stagione non solo su Garcia ma anche rispetto a prestazioni molto deludenti della stessa squadra che ha vinto lo scorso anno lo scudetto e quest’anno ha dimostrato importanti involuzioni nel gioco. Ora il rilancio del Napoli non è solo nelle mani del nuovo tecnico Mazzarri ma anche della squadra, ricordano gli ultras“.
E’ un monito importante quando in una città come #Napoli gli ultras diventano la parte razionale del tifo e non quella viscerale. pic.twitter.com/H62oP4Ib1P
— Venom 🇬🇪 (@VenomSSCN) November 22, 2023
Il rapporto tra gli ultras del Napoli e la stessa società in passato è stato un po’ conflittuale. Poi però, durante un incontro istituzionale, il riavvicinamento con il presidente del Napoli.
La famosa foto di gruppo
Quella foto che lo ritrae con una serie di ultras all’Hotel Britannique, è il simbolo della fine della diversità di Aurelio De Laurentiis. “Napoli siamo noi. Presidente e tifosi uniti per vincere! #ADL” scrisse su Twitter. Da quel giorno può essere considerato a tutti gli effetti un figlio di Napoli. Del resto da quel momento anche le sue dichiarazioni sono state tutte improntate al populismo più spiccio.
Ovviamente che quella fotografia fosse una merda pestata, lo avrebbe capito anche un bambino di due anni. Stamattina ne abbiamo avuto la prima riprova, con la notizia che in quella fotografia compare anche uno degli ultra arrestati per le violenze di Napoli-Ajax. Il comunicato del Napoli (“l’arrestato non c’era all’incontro, evidentemente si è inserito successivamente per la fotografia”) è quanto di più vicino al “mi hanno comprato casa” di scajoliana memoria. Tesi che peraltro venne accettata dai giudici che in sede processuale assolsero l’ex ministro.
Del comunicato del Napoli non ci è sfuggito il riferimento alla prefettura che sapeva dell’incontro e alla presenza della Digos. Riferimenti che ci sono parsi dal vago sapore del “muoia Sansone con tutti i filistei”. Ma siamo certamente noi che esageriamo. È peraltro vero che ci furono pressioni istituzionali per l’incontro (in un primo momento previsto in prefettura), anche se non ci risulta che ci furono pressioni per la foto. Proprio in quei giorni per De Laurentiis erano state rafforzate le misure di sicurezza a causa delle minacce della tifoseria organizzata.
Napoli siamo noi. Presidente e tifosi uniti per vincere! #ADL pic.twitter.com/FNlZTGffWp
— AurelioDeLaurentiis (@ADeLaurentiis) April 15, 2023