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Il femminicidio non è un delitto passionale, è un delitto di potere

La sorella di Giulia Cecchettin: «Turetta non è un mostro, un mostro è un’eccezione, i “mostri” sono figli sani del patriarcato, della cultura dello stupro»

Il femminicidio non è un delitto passionale, è un delitto di potere

Il femminicidio non è un delitto passionale, è un delitto di potere. Il Corriere della Sera riporta le parole pronunciate ieri da in tv da Elen Cecchettin – sorella di Giulia la ragazza ritrovata morta nel lago di Bries, omicidio per cui è stato arrestato l’ex fidanzato Filippo Turetta -, parole che – così ci è parso – hanno provocato anche imbarazzo in chi le stava affianco e non sapeva come toglierle la parola. Parole che invece vale la pena riportare.   

Turetta viene spesso definito come mostro, invece mostro non è. Un mostro è un’eccezione, una persona esterna alla società, una persona della quale la società non deve prendersi la responsabilità.

E invece la responsabilità c’è. I «mostri» non sono malati, sono figli sani del patriarcato, della cultura dello stupro.

La cultura dello stupro è ciò che legittima ogni comportamento che va a ledere la figura della donna, a partire dalle cose a cui talvolta non viene nemmeno data importanza ma che di importanza ne hanno eccome, come il controllo, la possessività, il catcalling. Ogni uomo viene privilegiato da questa cultura.

Viene spesso detto «non tutti gli uomini». Tutti gli uomini no, ma sono sempre uomini.

Nessun uomo è buono se non fa nulla per smantellare la società che li privilegia tanto. È responsabilità degli uomini in questa società patriarcale dato il loro privilegio e il loro potere, educare e richiamare amici e colleghi non appena sentano il minimo accenno di violenza sessista. Ditelo a quell’amico che controlla la propria ragazza, ditelo a quel collega che fa catcalling alle passanti, rendetevi ostili a comportamenti del genere accettati dalla società, che non sono altro che il preludio del femminicidio.
Il femminicidio è un omicidio di Stato, perché lo Stato non ci tutela, perché non ci protegge.

Il femminicidio non è un delitto passionale, è un delitto di potere. Serve un’educazione sessuale e affettiva capillare, serve insegnare che l’amore non è possesso. Bisogna finanziare i centri antiviolenza e bisogna dare la possibilità di chiedere aiuto a chi ne ha bisogno. Per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto.

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