Alla Gazzetta: l’Atp potrebbe rendersi conto che prostrarsi a ogni costo al business e alle tv finisce per svilire il prodotto
Di Sinner e del suo ritiro dal torneo di Bercy scrive anche Paolo Bertolucci per la Gazzetta dello Sport. Sinner si è ritirato per non essere sceso in campo ieri dopo aver concluso a notte fonda il match precedente contro McDonald.
Scrive Bertolucci:
Il ritiro di Jannik Sinner dal torneo di Bercy dopo le fatiche di un match iniziato dopo la mezzanotte e finito alle 2.37 è una vergognosa sconfitta per lo sport.
Sgombriamo il campo da ogni discussione: bene ha fatto Jannik a non scendere in campo per il suo ottavo di finale contro De Minaur a sole 12 ore dalla vittoria contro McDonald, ne andava della sua salute alla vigilia di un appuntamento importante come le Finals, obiettivo da approcciare con grandi ambizioni alla luce dello stato di forma mostrato nell’ultimo mese.
E poi il suo gesto, seppur dettato dalla giusta preoccupazione di preservare il fisico in uno dei momenti clou della stagione, può avere un forte significato simbolico, perché proviene dal numero 4 del mondo, cioè da uno dei giocatori più forti e seguiti del circuito, con una visibilità in grado di smuovere le coscienze: chissà se di fronte a una scelta legittima che priva uno dei tornei più importanti di un protagonista in grado di illuminarne la scena, l’Atp e in scia gli organizzatori dei tornei cambieranno registro, rendendosi conto che prostrarsi a ogni costo al business e alle tv alla lunga finisce per svilire il prodotto anziché renderlo più appassionante. Mi ha sorpreso negativamente, peraltro, la mancata solidarietà dei colleghi e dell’intero movimento tennistico, se si eccettuano le isolate prese di posizione di Ruud e di Wawrinka.
ZAZZARONI SU SINNER
Rinunciando a giocare l’ottavo di un Master 1000 per protesta nei confronti degli organizzatori, Jannik Sinner ha dato una severa lezione anche al mondo del calcio. Che di solito si ferma alla critica plateale prima di arrendersi puntualmente a orari intollerabili, calendari impossibili, istituzioni vendute e fameliche.
Dove voglio arrivare? Al fatto che i nostri calciatori, ancor prima degli allenatori, per i soldi mandano giù tutto. Insieme a tecnici, medici sportivi e preparatori, ripetono in continuazione che si gioca troppo a scapito tanto della loro salute quanto dello spettacolo. E poi cedono. Per Fifa e Uefa è acqua fresca. Non a caso è solo un esempio – Pierluigi Collina, guru degli arbitri mondiali, ha suggerito ai colleghi in servizio recuperi più lunghi, anche oltre i dieci minuti a partita, aggiunte che alla fine di una stagione pesano quanto sei, sette gare in più.