Capitano non in base alle presenze, Spalletti lo aveva descritto come esempio di attaccamento alla maglia azzurra.
Immobile escluso da Spalletti, a settembre era stato eletto capitano della Nazionale. Lo scrive il Corriere dello Sport nell’analizzare le convocazioni per le due gare decisive per la qualificazione all’Europeo: venerdì 17 a Roma contro la Macedonia del Nord e lunedì 20 a Monaco di Baviera contro l’Ucraina.
Il Corriere dello Sport ricorda e sottolinea come sia cambiato tutto nell’arco di due mesi per il centravanti della Lazio che ha segnato il gol numero duecento con la maglia biancoceleste.
Scrive il Corsport.
Spalletti va dritto, senza retropensieri o pregiudizi, come racconta la sua storia di allenatore votato al campo e tradotta ora nel ruolo di ct dell’Italia costretto a inseguire l’Europeo 2024 negli ultimi 180 minuti con Macedonia e Ucraina. Ha lasciato a casa Immobile, non ha abbandonato Zaniolo, ha richiamato Jorginho. Sono scelte forti, coraggiose, in controtendenza rispetto alle abitudini consolidate del predecessore Mancini (faticava a staccarsi dal gruppo di Wembley), peraltro anticipate da alcuni rumors spifferati a Coverciano nei giorni scorsi. Gerarchie in movimento, come segnalano le altre novità e il ricco turnover rispetto a ottobre. La morale: c’è tempo e possibilità per qualsiasi giocatore, nessuno viene escluso in via definitiva, nessuno può sentirsi sicuro del posto. Il campionato, oltre alle partite in azzurro, resta la via principale per guadagnare la Nazionale.
Certo fa scalpore l’esclusione di Immobile, che pure non viene da un periodo brillante: non è stato sufficiente il gol in Champions al Feyenoord per convincere il ct. Scamacca, Raspadori e Kean sono più in forma. Restano alcuni aspetti paradossali: Ciro era stato eletto capitano dal nuovo ct a settembre, non in base alle presenze, e descritto come esempio di attaccamento alla maglia azzurra. Una presenza e un gol alla Macedonia. Anche non da titolare, sarebbe stato nel gruppo.