La nazionale italiana fa registrare uno share del 33%. Un telespettatore su tre ha guardato l’Italia allenata da Spalletti
Sacchi su Raspadori: «dove non arriva col fisico, arriva col cervello»
Arrigo Sacchi sulla Gazzetta commenta la prestazione dell’Italia che ieri ha battuto 5-2 la Nord Macedonia e lunedì a Leverkusen contro l’Ucraina si giocherà la qualificazione agli Europei (alla squadra di Spalletti basta un pareggio). Sacchi ha parole di elogio per Raspadori.
Le è piaciuta l’Italia?
«Premessa necessaria: questi ragazzi hanno fatto pochi allenamenti, in queste condizioni il tecnico fa fatica a incidere. Inoltre in Italia, a differenza della Spagna, non abbiamo un preciso stile di gioco che unisce tutte le squadre. C’è chi fa pressing, chi non lo fa, chi gioca a quattro, chi a tre, chi fa contropiede e chi cerca il possesso. Dunque io mi ritengo soddisfatto della prestazione che gli azzurri hanno offerto. È vero che il pallone dovrebbe scorrere più veloce, è vero che certi meccanismi non sono perfettamente oliati, ma è altrettanto vero che non c’è il tempo materiale per provare determinate situazioni».
Che cosa ha apprezzato in particolare?
«La vittoria, e poi alcune cose non mi sono dispiaciute».
Per esempio?
«Le prove di Chiesa e di Raspadori sono state molto positive. Chiesa è micidiale quando può sfruttare la velocità e ha la possibilità di calciare in porta. Ha un tiro molto preciso e pericoloso. E Raspadori, devo confessarlo, mi regala quasi sempre buone impressioni. È un ragazzo che conosce il gioco del calcio, è umile, ha voglia di imparare e dove non arriva con il fisico, perché non è un gigante, arriva con il cervello».