Calcio e Finanza esamina il bilancio 2022/23: il danno complessivo per i vari processi è quantificabile in 115 milioni
I processi costano. Soprattutto se perdi. E alla Juve costano un sacco. Non solo come “danni collaterali”, che secondo Calcio e Finanza tra plusvalenze, manovre stipendi, eccetera valgono circa 115 milioni di euro. Ma proprio come “spese legali e notarili”, dirette.
Esaminando il bilancio dell’ultima stagione infatti, Calcio e Finanza scrive che nel 2022/23 i costi dei servizi esterni presenti a bilancio sono stati pari a 8,7 milioni, in crescita di quasi quattro volte rispetto agli 1,9 milioni della stagione precedente.
Per quanto riguarda il danno più allargato “le decisioni assunte dalle autorità nell’ambito della giustizia sportiva hanno comportato effetti negativi diretti, di cui il 20% circa riferibile alla stagione 2022/23 e l’80% circa alla stagione 2023/24, quantificabili in 115 milioni di euro. A pesare è soprattutto la mancata partecipazione alle coppe europee nella stagione in corso, situazione fotografata dai conti del primo trimestre 2023/24, chiuso con un rosso di 75 milioni di euro”.
“Confrontando i dati con quelli del primo trimestre 2022/23, è evidente come tra ricavi da diritti tv e da stadio manchino circa 48 milioni di euro, imputabili all’assenza della squadra di Allegri dall’attuale edizione della Champions League. Insomma, il peso dei processi va ben oltre la multa di 718mila euro comminata nell’ambito del patteggiamento per le cosiddette manovre stipendi”.
LA FAZ: NON E’ IL CASO DI INVESTIRE SULLA JUVE
La Faz a proposito della solidità finanziaria della Juve aveva scritto che anche se “sono finiti i tempi in cui la Juve voleva raggiungere in breve tempo le big del calcio europeo”, non è detto che convenga al momento investire in azioni bianconere.
“Rimaniamo cauti”, afferma Trion Reid, analista della Bank Berenberg a Londra. “Il valore dell’azienda derivante dalla capitalizzazione di mercato e dal debito è ora solo il doppio delle sue vendite. È poco rispetto ad altri club di questa classe. Tuttavia, a causa della scarsa performance operativa e della debole situazione finanziaria”, Berenberg attualmente non consiglia l’acquisto di azioni. Mentre la famiglia Agnelli si è già impegnata nell’aumento di capitale, il secondo maggiore azionista, la società di investimenti britannica Lindsell Train, tace. Detiene l’11% e ha, tra le altre cose, anche una partecipazione nel Manchester United.