La Dea rischia con il doppio palo di Gonçalves. La squadra nerazzurra è ancora imbattuta dopo 11 partite in questa fase del torneo in due partecipazioni.
L’Atalanta vola agli ottavi di finale di Europa League grazie al pareggio 1-1 con lo Sporting Lisbona; apre le marcature Scamacca, poi la squadra portoghese pareggia nel secondo tempo con Edwards. Un punto che basta alla Dea per qualificarsi prima nel girone e evitare i sedicesimi contro le terze dei gironi di Champions. La Gazzetta dello Sport scrive:
“Missione compiuta, ma quanta sofferenza! L’Atalanta pareggia 1-1 con lo Sporting e si garantisce con un turno di anticipo il primo posto del girone di Europa League, ma dopo aver chiuso in vantaggio il primo tempo grazie a Scamacca si perde nella ripresa e rischia tantissimo; dopo il pareggio Edwards, il doppio palo interno di Gonçalves poteva cambiare la notte del Gewiss e il destino di una Dea andata in confusione per una buona mezz’ora”.
La statistica Opta dice che:
“la Dea ha vinto il proprio girone di Europa League in entrambe le partecipazioni a questa fase della competizione. La squadra nerazzurra è ancora imbattuta dopo 11 partite in questa fase del torneo”.
GLI ASCOLTI DELLA PARTITA DELLA DEA CONTRO IL NAPOLI:
Gli ascolti hanno toccato quota 6,7 milioni, se si considerano anche gli ascolti di Sky. Dazn è stato visto da oltre 5,8 milioni di spettatori complessivi.
L’ATTACCO DELLA NAZIONALE ITALIANA (Il Giornale):
Ci voleva coraggio a prendere la guida di una Nazionale arrivata sul tetto d’Europa ma che rischiava di abdicare subito. Ci voleva coraggio a lasciare a casa Immobile e a consegnare lunedì una maglia da titolare al quasi debuttante Buongiorno,
diventato scudo umano nel finale da brividi dopo un sofferto avvio. La corsa di Spalletti al fischio finale, con qualche frase sussurrata al suo possibile centravanti del futuro, il macchinoso Scamacca di lunedì sera che è andato peggio dell’itinerante Raspadori (davanti servirebbe qualcosa di più…), è stata quasi una liberazione: la voglia matta di prendersi quel pass era grande, come grande era la paura (che da anni accompagna l’Italia nelle gare topiche) di fallire ancora.