I tifosi rispondono con strani suoni gutturali, non comprendono il significato di quelle quattro parole. In arrivo un esperto di comunicazione degli aborigeni
«Le sentenze si rispettano»: alla Juventus la rivoluzione copernicana di Elkann e Ferrero.
Dire alla Juventus «le sentenze si rispettano» è più che un momento storico. È come la fine della segregazione razziale negli Usa. Come se Salvini si battesse per l’integrazione degli extracomunitari. È una di quelle frasi che l’universo juventino non è mai riuscito a concepire, come se appartenesse una lingua sconosciuta. Non a caso sono arrivate numerose telefonate in sede dopo aver letto le dichiarazioni del presidente Ferrero.
La società si sta ponendo il problema di come riuscire a comunicare questo concetto ai tifosi. Non è semplice. I dirigenti hanno provato a fronteggiare le numerose richieste di spiegazione. In risposta i vertici bianconeri hanno ottenuto soprattutto suoni gutturali, frasi sconnesse del tipo “e ma l’Inter?”. O ancora: “x e y sul campo, uh uh”. John Elkann non sa che fare. Poi, però, ha avuto un’illuminazione. Ha contattato specialisti internazionali del linguaggio e anche esperti della comunicazione degli aborigeni. Arriveranno a Torino nei prossimi giorni nel tentativo di riuscire a connettersi con la platea di sostenitori.
«Le sentenze si rispettano». Siamo ai livelli di Fonzie che dice “ho sbagliato”.
Il presidente Gianluca Ferrero l’ha pronunciata rispondendo a una domande dei piccoli azionisti all’assemblea della Juventus. I piccoli azionisti ovviamente hanno chiesto della incomprensibile – per loro – strategia difensiva del club che non ha agitato capii, presentato 23mila ricorsi, rilasciato interviste parlando del nulla cosmico e di complotti mondiali contro di loro.
Ha detto Ferrero:
«avevo detto che avrei difeso la Juve in tutte le sedi, ricordando e rispettando la storia gloriosa della nostra società. A me è sempre stato insegnato che le sentenze si rispettano. Qualche giorno dopo della mia nomina mi viene comunicato del processo da parte del tribunale sportivo: partecipo ed esco con 15 punti di penalizzazione. Mi difendo in secondo grado fino al -10. Quanto agli stipendi, abbiamo deciso di patteggiare, se ho sbagliato lo dirà il tempo. Ho pagato 700 mila euro e ho chiuso la partita. Mentre in sede Uefa c’era il rischio di rimanere fuori dalle coppe per due anni e forse più, cosa che non ci potevamo permettere. Avete visto qual è il danno, più di 100 milioni per un solo anno. Il risultato è che oggi la squadra c’è, corre e domenica giocherà una partita straordinaria».
L’uscita dalla Superlega.
“era un contratto tra un numero di squadre, di cui l’80% uscì nelle 48 ore successive, mentre una, l’Inter, non è mai entrata. La Juventus ha semplicemente fatto quello che hanno fatto le altre squadre. Certo che attendiamo come tutti gli altri la sentenza della corte di giustizia europea del prossimo 21 dicembre, la Juve ne prenderà atto e ne valuterà gli effetti come gli altri”.
Le squalifiche di Fagioli e Pogba:
“Siamo ovviamente molto dispiaciuti per quello che è successo. Fagioli lo supportiamo e vogliamo fornirgli tutto ciò che gli serve nel corso di questi mesi, il rinnovo va in questa direzione. Per quel che riguarda Pogba, rimaniamo in attesa del processo e dunque degli sviluppi del procedimento avviato nei suoi confronti”.