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Mario Rui, il Napoli e la maledizione delle fasce laterali (Corsport)

Da Reveillere a Ghoulam. Mario Rui tornerà nel 2024 e il club deve decidere se optare per l’opzione interna o cercare uno svincolato

Mario Rui, il Napoli e la maledizione delle fasce laterali (Corsport)
Ci Salerno 21/01/2023 - campionato di calcio serie A / Salernitana-Napoli / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Mario Rui

Mario Rui, il Napoli e la maledizione delle fasce laterali. Ne scrive il Corriere dello Sport con Antonio Giordano.

È una storia ricorrente, che si ripete: per un bel po’, da quelle parti, il Napoli ha dovuto confrontarsi con l’emergenza, accadde dopo l’infortunio di Ghoulam e i suoi ripetuti interventi; e ancora prima, decennio scorso, immediatamente dopo l’addio di Mazzarri e l’arrivo di Benitez, fu necessario invece inventarsi un mercato last minute, a campionato in corso, che finì per costringere l’allenatore spagnolo ad aprire la propria agenda e coprire il vuoto (ma nella circostanza a destra), con Anthony Reveillere. C’è un virus sulle zone laterali…

Mario Rui tornerà nel 2024.

Rimane la lesione di medio grado del muscolo adduttore della coscia sinistra che sottrae il portoghese per un mese e mezzo e lo costringe a dare l’arrivederci al 2024. C’è un dicembre pienissimo nove partite, incluse Atalanta e Real che cadono a novembre – ci sarà pochissimo tempo per allenarsi, meno ancora per recuperare e quando la fatica rischierà di avere il sopravvento, non resterà che industriarsi: con Juan Jesus, semmai con Natan oppure adattando uno tra Zanoli e Di Lorenzo, forzatura che il Napoli vorrebbe evitare.

Il Corsport fa i nomi di alcuni svincolati che potrebbero fare al caso del Napoli.

C’è Marvin Plattenhardt (32 anni a gennaio), nove anni con l’Herta Berlino, sette presenze in Nazionale, una presenza al Mondiale del 2018 e, chiaramente, fermo da un bel po’, come tutti gli svincolati. (…) Altrimenti, ci sarebbe Nico Schulz, quattro anni al Borussia Dortmund, una quarantina di presenze, l’ultima delle quali risale ad un anno e mezzo fa: ha fisicità, consistenza, esperienza in club di primissima fascia ma non gioca da un’eternità. E, come lui, c’è anche Danny Rose, più o meno identico vuoto operativo, un passato rilevante (Newcastle, Tottenham per dirne due) e comunque garanzie limitate.

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