Sarebbe dovuto arrivare venerdì, l’Uruguay lo ha liberato e Mazzarri lo avrà subito a disposizione (manca Mario Rui infortunato)
Olivera torna oggi a Napoli, squalificato dopo le scaramucce con Messi. Lo scrive il Corriere dello Sport.
Il regalo di Natale anticipato per Mazzarri arriva direttamente dall’Uruguay: si chiama Mathias Olivera, è l’unico mancino di ruolo, l’unico terzino sinistro a disposizione dopo l’infortunio di Mario Rui, e rientrerà in anticipo in Italia. Una sorpresa, una gentile concessione della Celeste: Mati sarebbe dovuto arrivare venerdì, dopo la sfida con la Bolivia in programma mercoledì al Centenario di Montevideo e a ventiquattro ore dalla trasferta di Bergamo con l’Atalanta, ma l’ammonizione rimediata tre giorni fa con l’Argentina alla Bombonera, nella gara valida per le qualificazioni mondiali vinta per 2-0 dagli uruguaiani a Buenos Aires (con tanto di parapiglia e mani al collo da De Paul e Messi), ha fatto scattare la squalifica. E così la federazione ha liberato Olivera: la partenza è fissata per oggi.
COSA È SUCCESSO IN ARGENTINA-URUGUAY
Olivera ferma e batte Messi in Nazionale, rissa sfiorata in Argentina-Uruguay che finisce 2-0 per gli uruguaiani allenati da Bielsa. Gara valevole per la qualificazione ai Mondiali. Le due Nazionali sono in testa al girone sudamericano. Come spesso accade, è stata una partita intensa. Con falli e anche gestacci come quello di Ugarte nei confronti di De Paul. Ottima prova dell’esterno difensivo del Napoli che aveva il compito di togliere il respiro a Messi.
Olivera ha marcato Messi. La Nacion scrive:
Messi era a disagio, lo hanno fatto arrabbiare, lo hanno messo nel mirino fin dall’inizio della partita. La Bombonera ha capito subito che le cose non sarebbero state semplici. Il messaggio è stato chiaro in una manciata di minuti persino con Darwin Núñez su Messi. L’Uruguay ha scelto l’intensità e la ruvidezza per bloccare Messi. Lungi dal sentirsi intimidito, il capitano della nazionale argentina ha deciso di affrontare la battaglia, ma è rimasto intrappolato tra tanta intensità.
Era Mathías Olivera l’uomo incaricato di non dargli pausa, Messi ha capito che sarebbe stato un giorno in cui tutto sarebbe stato estenuante, ecco perché si è preso cura di ogni palla come mai prima, ha messo il suo corpo in ogni caso e ha tirato fuori il petto quando necessario, perché la temperatura si è alzata come nelle sfide col Brasile. Di solito non si lascia coinvolgere dalle partite, ma da un po’ di tempo la miccia per il rosarino è più corta e finisce coinvolto nelle spintarelle: discute, sfida, non sta zitto.
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Si guardava indietro una volta e cento volte, perché ogni volta che toccava la palla Cáceres era disposto a inseguirlo, studiava dove poteva allontanarsi dalla ruvidezza di Olivera, provava a uscire dal radar di Ugarte, cercava di fare in modo che Valverde non fosse vicino. Ma non ha funzionato, perché la battaglia tattica in cui è stato immerso il capitano della nazionale argentina lo ha stordito.