La “telefonata” tra Panatta e Bertolucci nel podcast “Bombolo o Sinner” dopo la vittoria dell’Italia contro la Serbia
Dopo la vittoria dell’Italia di Sinner contro la Serbia di Djokovic in Coppa Davis, Panatta e Bertolucci, i due ex campioni di tennis, che hanno alzato la Coppa nel 1976, hanno partecipato ad una puntata spettacolare del podcast “La telefonata”.
La puntata dal titolo, “Bombolo o Sinner”, è uno spettacolo. Ecco parte della telefonata
Panatta: “Se me fanno uscì da sto c… de coso qui, aspetta un secondo c… c’hai prescia? Che devi fa’?”
Bertolucci: “Pronto, sei uscito dalla Rai?”
Panatta: “Chi è? Non riconosco questa voce, chi è”.
Bertolucci: “Sono sempre io”
Panatta: “Ah, Bertolucci. Sai la prima cosa che ho pensato, specialmente nel doppio? Io tutta la vita ho giocato con Bombolo, invece potevo giocare con Sinner, cioè tu ti rendi conto? Potevo giocare con Sinner che almeno batteva forte… a rete…”
Bertolucci: “Sì, se nascevi 45 anni dopo sì, sei nato 45 anni prima, hai sbagliato solo quella cosa lì”.
Panatta: “Forse un po’ di più”.
Bertolucci: “Un po’ di più sì. Comunque il ragazzo oggi ha fatto un altro step in avanti. Perché questo era il terzo set in dieci giorni (con Djokovic, ndr), era un set pari, giocavano il terzo set, cavolo come ha giocato questo terzo set”.
Panatta: “Sì, però secondo me oggi non ha giocato la sua miglior partita, perché non ha servito così bene, ha fatto molti errori non forzati da fondo campo, poi per carità, ha giocato benissimo eh, benissimo. Però secondo me ha giocato meglio la prima volta, quando ha battuto Djokovic. Parliamo di piccole cose insomma”
Bertolucci: “Sì anche perché se con poco servizio e qualche errore da dietro mi batte Djokovic, tu capisci che insomma… Siamo proprio su un altro livello. Poteva anche perdere, però adesso veramente è a millimetri da Djokovic. Cioè Djokovic entra in campo e si parte da zero a zero, fino a quattro mesi fa, vincevi un set ed eri contento. Poi è entrato in campo sullo 0-1 eh, devi metterci anche quello, se lui perdeva si andava a casa”.
Panatta: “A lui non gli fa né caldo né freddo quella cosa lì perché è talmente tranquillo”.