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Ronaldo sotto inchiesta per il mancato pagamento dell’Iva nelle cliniche per il trapianto di capelli

L’Agenzia delle Entrate ha aperto un’indagine e requisito materiale secondo quanto riporta El Confidencial per il periodo dal 2019 al 2021

Ronaldo sotto inchiesta per il mancato pagamento dell’Iva nelle cliniche per il trapianto di capelli
Portugal's forward #07 Cristiano Ronaldo warms up during the Qatar 2022 World Cup round of 16 football match between Portugal and Switzerland at Lusail Stadium in Lusail, north of Doha on December 6, 2022. (Photo by PATRICIA DE MELO MOREIRA / AFP)

L’Agenzia delle Entrate ha aperto un dossier sulle cliniche per il trapianto di capelli di Cristiano Ronaldo per aver emesso fatture senza IVA a centinaia di clienti tra il 2019 e il 2021. Questa l’indiscrezione lanciata da El Confidencial sul campione di calcio portoghese che nel corso della sua carriera ha investito in numerose attività extra calcio, a partite dagli hotel di lusso, fino alle cliniche per il trapianto dei capelli appunto.

Le motivazioni dell’Insparya Hair Medical Clinic vertono sul fatto che l’alopecia viene riconosciuta come malattia e che «i servizi medici per la diagnosi, prevenzione e cura» sono esenti da questa imposta. Al contrario, il Ministero del Tesoro ritiene che una parte dei loro trapianti abbia «scopi puramente estetici» e dovrebbe essere tassata al 21%. Da parte sua, l’azienda ha presentato un rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità e una perizia preparata da un medico specializzato in dermatologia per difendere la sua posizione.

Le indagini dell’Agenzia delle Entrate hanno sotto esame al momento un gran numero di documenti delle cliniche che hanno diverse sedi e anche gli estratti conto e l’elenco anonimo dei pazienti. I documenti sono stati raccolti fino al maggio del 2022, quando è stato comunicato ad Insparya il procedimento.

All’interno dell’azienda l’ex calciatore della Juve, Ronaldo, figura come cofondatore e ambasciatore, mentre la sua compagna, Georgina Rodríguez, e il suo socio Paulo Joaquim Silva sono indicati come amministratori. Al momento Insparya sta valutando con i legali come muoversi, ma è sicura, dichiara di aver rispettato «tutta la legislazione vigente in materia fiscale, lavorativa, sanitaria, normativa e di qualsiasi altra natura».

Nel documento di difesa redatto dall’esperto dell’Insparya si legge che tra il 2019 e il 2021 almeno 218 clienti che riportavano «una diagnosi di alopecia androgenetica» e per cui necessitavano di «cure mediche» di trapianto ed è per questo motivo che le fatture emesse non riportavano l’IVA. «Non è in discussione che il trattamento della malattia dell’alopecia porti ad un miglioramento estetico nella maggior parte dei pazienti sottoposti a tale trattamento, ma l’obiettivo di questo trattamento non è solo estetico, ma anche medico, come il posizionamento di una protesi a un paziente che ha perso un arto. In molte occasioni, i trattamenti medici portano ad un miglioramento estetico oltre che in termini di salute».

Al momento l’Agenzia delle Entrate sta esaminando il materiale e anche le foto dei pazienti che, come di prassi, vengono conservati per documentare il prima e il dopo

 

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