Battere Djokovic sul filo vale più che averlo battuto nettamente. È impressionante la crescita che ha avuto dopo aver compiuto i 22 anni.
Torino 14/11/2023 - Atp Finals / foto Imago/Image Sport
nella foto: Jannik Sinner ONLY ITALY
Sinner ha dimostrato di avere il colpo più importante nel tennis: la testa
Sconfiggere al fotofinish il numero 1 al mondo, colui che ha costruito la sua leggenda dando il meglio di sé proprio quando gli altri tremano o sono piegati dalla stanchezza toglie ogni dubbio: alle Atp Finals in corso a Torino Jannik Sinner si è consacrato in maniera definitiva campione del tennis mondiale.
Aver superato Djokovic in una partita giocata punto a punto per oltre tre ore, aver sconfitto il tennista più vincente di sempre, vale paradossalmente molto di più di averlo battuto con un punteggio netto in una sua giornata storta.
La partita di ieri è la dimostrazione che Jannik, oltre ad essere diventato un formidabile colpitore da fondocampo ha migliorato a livello esponenziale una componente in un tennista altrettanto importante del dritto o del servizio, quella mentale.
La freddezza e la capacità di giocare meglio dell’avversario i punti importanti appartiene ai campioni, così come lo è l’abilità di non abbattersi quando le cose girano male. Jannik ha mostrato di avere tali doti in grandi quantità (contro Djokovic è accaduto dopo aver perso il tie-break del secondo e a seguito del controbreak del serbo nel terzo).
È comunque impressionante come Sinner abbia saputo concretizzare in pochi mesi il potenziale che tanti gli riconoscevano, velocizzando all’improvviso, dopo aver compiuto i 22 anni, una crescita professionale che lo ha portato negli ultimi quaranta giorni a sconfiggere con merito tutti e tre i primi tre giocatori al mondo. Risultati che non possono essere casuali, ma piuttosto testimoniano che Jannik abbia già raggiunto l’apice del tennis professionistico.
Il prossimo passo che lo attende sarà ancora più difficile: stabilizzarsi su questi eccelsi standard di rendimento.
Intanto godiamoci colui che è già adesso il più forte (per il più grande leggasi ancora Panatta) tennista italiano dell’ era professionistica.
Non è facile scrivere di Sinner il giorno della vittoria su Djokovic alle Finals senza finire incastrati nella retorica. Ci riesce Massimo Sideri sul Corriere della Sera. Sideri la prende dal lato economico. Scrive di “Sinneromics“. E parte nientemeno che da John Maynard Keynes, “l’economista di Cambridge che ha contribuito a trovare la ricetta per uscire dalla grande crisi del 1929”. Nella sua Teoria generale “Keynes si spingeva a lasciarsi alle spalle i numeri per dire che anche se non c’è nessuna ragione economica per cui un imprenditore ottimista possa avere più probabilità di riuscire nei suoi affari rispetto a un imprenditore pessimista, ebbene quell’imprenditore ottimista avrà più chance. Le aspettative, almeno in parte, influenzano il risultano”.Poi prosegue con Thomas Edison che diceva che “l’innovazione è 10 per cento ispirazione, 90 per cento sudore”. E quindi, Sinner? “La Sinneromics – scrive Sideri – è ispirazione e tantissimo sudore. Noi in Italia spesso abbiamo l’ispirazione e ce ne pavoneggiamo, giustamente. Peccato che altrettanto spesso ci dimentichiamo del sudore. Chi ha seguito in questo anno la sua crescita tecnica (non solo nella battuta ma anche nella maggiore maturità tattica) sa di cosa parliamo”.