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Vera Slepoj: «i genitori accompagnano ovunque i figli ma non stanno con loro» (Corsera)

La psicanalista: «soprattutto ai maschi si chiede sempre di stare dentro l’azione, lo sport e non dentro la relazione. Filippo ha incolpato Giulia della propria infelicità»

Vera Slepoj: «i genitori accompagnano ovunque i figli ma non stanno con loro» (Corsera)

Vera Slepoj, psicanalista, intervistata dal Corriere della sera per l’omicidio di Giulia Cecchettin uccisa dal suo ex fidanzato Filippo Turetta arrestato l’altro giorno in Germania.

«Attenzione però. Non è un caso di femminicidio classico, dove l’assassino agisce in un percorso di violenza, di stalking, di minacce, che sfocia nell’uccisione. Qui l’assassinio rientra nell’ambito della questione familiare. Di uno sfascio di relazioni».

«Ha trasferito nella storia sentimentale tutta la sua visione ideale. Quando si legge che voleva fare tutto assieme a Giulia, anche il percorso universitario, emerge l’idealizzazione sproporzionata. E qui entrano i contenuti educativi, le utopie sui sentimenti, come la pretesa “fusionalità”. Lo vedo nei pazienti adolescenti, credono che bisogna condividere tutto. Pesa in loro la cultura dell’amore inteso come possesso, fino a diventare parte totale della vita».

Lei ha detto che l’omicidio di Giulia rientra nella questione familiare.
Vera Slepoj: «I figli sono abbandonati a se stessi. Non c’è percorso educativo. Alla fine si organizzano costruendo finte famiglie. Formandosi con le canzoni e i modelli proposti dai trapper. Il paradosso è che i ragazzi di oggi amano follemente la propria famiglia. Ma alla fine è come se non l’avessero, perché non riescono ad essere intercettati dagli adulti».

Che cosa dovrebbero fare i genitori?
«Esserci. Devono entrarci nel rapporto. Cominciando sin dalle medie, quando i figli escono dalle elementari, quando cambiano fisicamente ed emotivamente».

Cosa significa esserci?
«Fare cose assieme, sapere cosa fanno, cosa pensano. Esserci è prendersi tempo per loro».

I genitori dovrebbero leggere manuali di psicologia?
«Non serve. Farebbero meglio ad evitare di riempire i figli di attività. Li accompagnano ovunque ma non stanno con loro. Meglio andare a mangiare una pizza insieme. Magari per scoprire la musica che ascoltano e capire dove si stanno andando ad infilare. E preoccupante il deserto in cui vengono su i figli di oggi. Soprattutto i maschi. Ai quali si chiede sempre di stare dentro l’azione, lo sport e non dentro la relazione».

Filippo Turetta andava al liceo. Cosa gli è successo?
«Gli è sfuggita di mano la prospettiva di vita. E non è riuscito a gestire il significato della vita dell’altro: ha pensato che l’altro dovesse entrare nella sua. Ma Giulia se n’è andata. Un atto per lui inconcepibile. Ha accumulato astio e l’ha incolpata della propria infelicità».

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