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Allegri e l’opinionismo di strada: «Quello che raccontate voi giornalisti, conta il 10%» (Zazzaroni)

Sul Corsport: «Una volta mi disse: “Lo studio, la tattica, lo spartito contano il 10%, allenare vuol dire assumersi responsabilità, conoscersi”»

Allegri e l’opinionismo di strada: «Quello che raccontate voi giornalisti, conta il 10%» (Zazzaroni)
Db Torino 26/11/2023 - campionato di calcio serie A / Juventus-Inter / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Massimiliano Allegri

Allegri e l’opinionismo di strada: “eh ma non gioca bene”. Cosa scrive il direttore del Corriere dello Sport Ivan Zazzaroni.

Questo semplicissimo e solo apparentemente scontato principio di gestione di una squadra lo trovate stampato a pagina 131 di “È molto semplice”, il libro di appunti di Massimiliano Allegri, l’allenatore che – secondo alcuni artisti dell’opinionismo di strada, finger thoughts – non sa far giocar bene.

La Juve di Natale ’23 ha solo 3 punti in più rispetto a quella dell’anno precedente e i giudizi sul lavoro del tecnico livornese sono cambiati pochissimo. Il calcio è il paradiso in terra dei pregiudizi, delle etichette, dei luoghi comuni e allora fa figo ripetere che Vlahovic non segna come a Firenze perché là riceveva più palloni da una squadra molto propositiva e che la Juve subisce pochi gol perché alza dei muri quasi invalicabili e gioca spesso il calcio all’indietro.

L’estate scorsa, chiacchierando in un bar della Versilia (casuale) Allegri mi stupì con questa battuta: «Se mi chiedessero come si fa l’allenatore non saprei cosa rispondere. Lo studio, la tattica, lo spartito, tutte quelle belle cose che voi giornalisti vi raccontate addosso sono il dieci per cento del lavoro. Allenare, soprattutto a certi livelli, vuol dire assumersi continuamente delle responsabilità, ma anche conoscersi e seguire gli impulsi che vengono da dentro, affrontare e risolvere le situazioni, molte delle quali già viste o vissute. Bisogna saper dominare calcoli e cautele, per questo parlo spesso di istinto ragionato».

Allegri ricordi che il calcio è facile, e Vlahovic è fortissimo e deve giocare sempre (IL NAPOLISTA)

Anche i giganti come Allegri hanno i loro punti deboli. Il buon Max si è convinto che per il gioco della Juventus Dusan non si adeguato. O che magari non sia un calciatore della Juve. Ripetiamo: Allegri è un gigante assoluto. In Serie A è secondo solo a Mourinho. Però come tutti gli allenatori, ha la sue fissazioni. Oggi a Frosinone ha fatto partire Vlahovic dalla panchina. Pur senza Chiesa e Kean. Gli ha preferito Milik e Yildiz che peraltro ha segnato il gol del vantaggio. Poi, col Frosinone sull’1-1, è ricorso al serbo che ha segnato il gol vittoria (e che gol) e poi anche la rete del 3-1 annullata dal Var per fuorigioco. La Juventus quindi vince a a Frosinone e si porta a 40 punti a una lunghezza dall’Inter. E quindi ampiamente in corsa scudetto.

Allegri – lo diciamo per il suo bene – non ragioni come i santoni contemporanei che lui tanto critica. Giustamente peraltro. Quelli che credono di aver inventato il pallone. Il calcio è facile, se lo ricordi. E nel calcio facile Vlahovic deve giocare sempre. Metterlo dietro Yildiz e Milik è semplicemente una bestemmia. Così come quelle sue dichiarazioni sulla gioventù del serbo. Che tristezza quelle parole in bocca a Max. Come se fosse un giochista qualsiasi.

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