Diceva “non sono lontano da De Bruyne o Modric”, e adesso conferma di esserlo. Giocare da regista gli ha fatto bene e continua a segnare
Lo sfottevano, Calhanoglu. E anche adesso che di fatto dirige l’Inter finalista di Champions e favorita per lo scudetto, “non è che ottenga il riconoscimento che merita”. Il riconoscimento internazionale allora glielo attribuisce il Guardian. Sottolineando che il turco ha compiuto un passaggio di stato da fantasista a regista che gli ha permesso di alzare il livello. A noi ricorda un po’ la parabola di Pirlo.
Calhanoglu, scrive il Guardian, “è stato deriso in alcuni ambienti dopo aver dichiarato a marzo che si considerava uno dei migliori cinque in Europa nella sua posizione, insistendo: ‘non sono lontano da De Bruyne o Modric’. Ma ha confermato quelle parole giocando una ruolo centrale nella corsa della sua squadra verso la finale di Champions League”.
“Calhanoglu è il secondo capocannoniere dell’Inter. Anche se gli ultimi sei gol prima di questo sono arrivati tutti dal dischetto, La Gazzetta dello Sport scrive che i suoi 18 gol da fuori area dal 2018 sono secondi solo a De Bruyne (19). Inoltre ha effettuato più contrasti a partita in questa stagione di qualsiasi altro compagno di squadra”.
“Numero 10 per gran parte della sua carriera, è stato arretrato da Simone Inzaghi per agire davanti alla difesa”. “Non è semplice passare da trequartista a regista ma ho fatto tante analisi video e lo staff qui mi ha aiutato. Ho preso qualche ammonizione in più, ma in questo ruolo succede”.