A Sporza: «Non si trattava della fascia di capitano. Ho sbagliato ad andarmene, ma lui doveva comportarsi meglio. Ha rotto il patto di fiducia tra giocatore e allenatore»
Come previsto, Thibaut Courtois chiarito: «Con il mio infortunio non avrei potuto partecipare agli Europei, comunque. Prima devo recuperare al 100% ed è meglio non fissare una data. Se avrò fortuna giocherò a maggio, ma non sarò mai pronto al 100% per un grande torneo. Per me è meglio essere chiari subito e avvisare la Nazionale. Non voglio essere all’80% in porta, quando abbiamo altri buoni portieri. Mi faccio da parte e a giugno sarò un semplice tifoso. Speriamo in un titolo europeo»
In un’intervista al sito belga Sporza. Il portiere del Real Madrid è vittima della rottura del crociato. La sua stagione è ormai finita e, secondo lui, anche gli Europei con la nazionale belga sono a rischio. Inoltre, tra il portiere e il commissario tecnico del Belgio, l’italiano Domenico Tedesco, i rapporti non sono idilliaci. I due hanno litigato durante le partite di qualificazione a Euro2024.
Adesso Courtois racconta la sua versione:
«Vorrei innanzitutto chiarire che non c’entra nulla la fascia di capitano. L’intera storia è molto più sfumata di così. Molti hanno parlato per avere il loro minuto di gloria, ma pochi erano interessati alla mia versione dei fatti. Lukaku mi ha chiesto come sono andate veramente le cose. È uno dei pochi che ne ha parlato correttamente in tutte le sue conferenze stampa. Se la mia fuga fosse stata una questione per il ruolo capitano, me ne sarei già andato a marzo, quando Tedesco scelse De Bruyne come capitano. Quella partita contro l’Austria è stata la mia 102esima con i Red Devils. Questo è il momento in cui, come federazione e come allenatore, puoi fare un bel gesto a un portiere che ha fatto molto per il tuo Paese».
Il portiere continua:
«Soprattutto perché dopo il Mondiale ho provato a sostenere il nuovo progetto della Nazionale. Durante la settimana in questione ero l’unico dei tre capitani (De Bruyne si era infortunato e Lukaku è arrivato più tardi dopo la finale di Champions, ndr). Eppure l’allenatore della Nazionale non mi è venuto a parlare con me nemmeno una volta. Anzi sì, un minuto prima dell’allenamento per chiedere come sono andate le cose a Madrid, tutto qui. In quel momento ho pensato: qui sta succedendo qualcosa di strano. Il sabato della partita, poche ore prima del calcio d’inizio, Tedesco chiamò me e Lukaku. Quando mi ha detto che Romelu era capitano contro l’Austria e io ero capitano contro l’Estonia, è scattato qualcosa dentro di me. Non funzionava più. Il fatto di non sentire più l’apprezzamento della federazione e dell’allenatore ha fatto esplodere qualcosa dentro di me».
Insomma, la rabbia di Courtois va oltre la fascia di capitano:
«Ho giocato quella partita contro l’Austria come ho potuto, ma dopo il fischio sono andato dall’allenatore per dire che c’era un problema. Successivamente nella conferenza stampa lui ha detto qualcosa di carino su di me, ma sì… lo ha fatto solo perché gli avevo detto delle cose, ovviamente. Successivamente c’è stato un incontro presso l’hotel dei giocatori per chiarire le cose con Tedesco e il direttore tecnico Franky Vercauteren. Entrambi hanno provato a dire che aveva scelto Romelu per quello che era successo nella finale di Champions League. In realtà Tedesco mi ha spiegato in sette versioni diverse perché Romelu era capitano. Ogni volta era diverso: una volta aveva deciso giovedì, poi venerdì, poi il giorno dopo la finale».
Secondo il belga, sarebbe bastata un po’ più di onestà da parte di Tedesco. Avrebbe potuto avvertirlo fin dall’inizio dell’intenzione di rendere Lukaku il capitano:
«Io gli avrei detto che per me era una partita speciale, poi lui si sarebbe sentito libero di fare la sua scelta. Ma Tedesco non ci ha pensato un solo istante. Per me questo significa che non c’è rispetto o non mi apprezzava. Quella sera ho parlato con Vercauteren fino alle quattro e mezza. Riguardo la nazionale, le cose del mio club, il sistema, tutto. Ma Tedesco se ne andò dopo 15-20 minuti: non ne poteva più di parlare con me. Non ha fatto alcuno sforzo per trovare una soluzione, ma ha semplicemente detto che avrebbe raccontato tutto alla stampa. Voleva mettermi pressione e spingermi a rimanere. Mi ha minacciato e non è possibile, perché si trattava di una conversazione privata. Ha rotto il patto di fiducia tra giocatore allenatore».
Il quotidiano fa notare a Courtois che Tedesco ha ripetuto più volte di voler essere onesto con la stampa e con i tifosi della nazionale belga:
«Mi fa ridere. Poche persone, e pochissimi allenatori, saranno onesti con la stampa. Tedesco dice che è onesto, ma non è vero. È semplicemente un bel gesto per avere la stampa con lui. Ancora una volta: ho sbagliato ad andarmene, ma come allenatore avrebbe dovuto provare a tenermi perché sono un giocatore importante. Tedesco ha voluto attaccarmi, lo aveva annunciato il giorno prima. Inoltre, il giorno successivo, la notizia è trapelata alla stampa, cosa che so è avvenuta per causa sua».