«Verdone ci costrinse ad andare in viaggio di nozze con lui e conoscemmo Craxi a Tunisi. Sono della generazione dei Rolling Stones, ma la mia droga è Frank Sinatra»
Repubblica oggi intervista Christian De Sica che torna a cinema non con un cinepanettone, ma con “I limoni d’inverno”, un’inversione per l’attore
Nel suo libro appena uscito, “Due o tre cose che mi sono capitate. Gli incontri di una vita”, c’è un capitolo dedicato a Sordi, che le diceva “mi devi accendere un lumicino”.
«Quando ho iniziato avevo un fisico borghese, mentre i comici hanno un aspetto più popolare. Per essere credibile come fratello di Jerry Calà o amico di Carlo Verdone serviva il dialetto: mi sono ispirato a Sordi, lo consideravo uno zio, era sempre a casa mia. Il suo primo film, Mamma mia che impressione glielo ha prodotto papà».
Il “cattivo” Paolo Villaggio?
«Era colto e intelligente, ma anche molto cattivo. Aveva un umorismo cattivo. È stato un grande, dopo Totò c’è lui, con la sua maschera di Fantozzi».
“Zio” Roberto Rossellini.
«Quando girò nell’estate ‘58 Il generale Della Rovere con mio padre, invece di mandarci a Ostia o Ischia in vacanza — loro giravano a Cinecittà — ci spedirono nella villa a Santa Marinella di Ingrid Bergman e Rossellini. Così conobbi i figli. A 18 anni mi sono fidanzato con Isabella. Volevo fare l’attore e per non rompere le scatole a papà chiesi a Roberto, che mi fece fare un luogotenente criminale a un processo di stregoneria a Port-Royal, girammo a Frascati. Roberto era intelligente, simpatico, bugiardo…».
De Sica su Maurizio Costanzo.
«Con lui ho iniziato la tv, Alle 7 della sera. Era ancora solo un autore che scriveva le battute comiche per me, Villaggio. Aveva paura di prendere l’aereo da Roma a Milano, partivamo insieme col vagone letto di notte, dopo le prime puntate alcuni ragazzini mi salutarono, io abbassai la testa e lui mi disse “tu devi salutarli, questi sono il tuo futuro”».
La sua droga è Frank Sinatra?
«Appartengo alla generazione dei Rolling Stones, ma mio padre mi ha avuto a 50 anni, sono cresciuto con quella musica lì. Quando ho un problema, i guai, le tasse, metto Sinatra e mi rialza l’umore».
Bettino Craxi e il mare di Tunisi.
«Quando Carlo (Verdone, ndr) si è sposato con Gianna, siccome ha paura dell’aereo, ci chiese di fare il viaggio di nozze insieme. Siamo partiti tutti per Tunisi, dove in un bar abbiamo conosciuto Craxi. Con Silvia siamo stati suoi ospiti. La mattina presto leggevamo i giornali italiani, dopo il caffè lui chiamava Andreotti. Mi ha fatto tenerezza vedere quest’uomo così potente sepolto in una piccola bara sulla sabbia».
Carolina di Monaco, “la napoletana”…
«Aveva la vitalità delle ragazze napoletane sveglie. Era coltissima. Quando era fidanzata con Robertino Rossellini ci invitarono a palazzo a Montecarlo. Ma lui non volle sposarla e finì».