Nel Decreto Milleproroghe che oggi arriverà in Consiglio dei Ministri per poi finire in Gazzetta Ufficiale, il termine dovrebbe slittare al 29 febbraio
Il Decreto Crescita non sarà abolito a partire dal mercato di gennaio, ma è stato prorogato fino al 29 febbraio. La norma, la norma che permette a tutte le persone con alto reddito, che si trasferiscono in Italia, di vedersi applicare una tassa fissa, con enormi vantaggi fiscali e che, nel calcio, consente alle società di risparmiare sulle tasse e al giocatore di trovarsi un ingaggio netto più alto, visto il risparmio dei club sul lordo, avrà quindi almeno altri due mesi di vita.
La novità è stata inserita all’interno del Decreto Milleproroghe che oggi arriverà in Consiglio dei Ministri per poi finire in Gazzetta Ufficiale. All’articolo 15 comma 3 della bozza scritta ieri si parla di «attuazione della riforma fiscale in materia di fiscalità internazionale», disponendo che il Decreto «continui a trovare applicazione nei confronti dei soggetti che hanno trasferito la loro residenza anagrafica in Italia entro il 31 dicembre 2023» e che sia «prorogato al 29 febbraio 2024 se le società sportive datrici di lavoro risultano in regola con il pagamento degli obblighi fiscali contributivi e previdenziali».
Se così sarà, il governo potrebbe aiutare il mercato di gennaio e i club tenteranno di puntare allo straniero facendogli un contratto pluriennale, considerando che i rinnovi dopo il 29 febbraio del 2024, non avrebbero agevolazioni.
Il no dell’associazione calciatori alla proroga del Decreto Crescita
Il presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, Umberto Calcagno, ha inviato una lettera al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, al viceministro Leo e al ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, per ribadire il no alla proroga del Decreto Crescita che è stato abrogato a partire dal 1 gennaio 2024. «Le ragioni del nostro no sono legate non certo ad interessi economici, bensì alla necessità di tutelare il talento e il patrimonio sportivo rappresentato dai calciatori italiani. Ai ministri abbiamo trasmesso un nostro report che fotografa l’attuale presenza di calciatori italiani e stranieri in Serie A. C’è un dato allarmante che emerge negli atleti Under 21 con una percentuale di impiego più alta per i calciatori stranieri rispetto ai ragazzi italiani e, in alcuni casi, ci troviamo di fronte a squadre composte addirittura per il 90% solo da calciatori stranieri. Noi crediamo che solo invertendo questo trend e ristabilendo una parità competitiva tra atleti italiani e stranieri potremmo crescere come sistema, soprattutto in funzione della nostra Nazionale»