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Duro colpo al pezzotto, in 30 minuti possono essere oscurati (ma non tutto è risolto) – Repubblica

Dal 31 gennaio. Anche Google e Amazon riceveranno le segnalazioni sugli ip da oscurare. Ma alcuni operatori satellitari fanno resistenza

Duro colpo al pezzotto, in 30 minuti possono essere oscurati (ma non tutto è risolto) – Repubblica
Duro colpo al pezzotto, in 30 minuti possono essere oscurati (ma non tutto è risolto). Lo scrive Repubblica.

I pirati del pezzotto, adesso, si possono affondare. Anche durante le partite. Ed entro i 30 minuti previsti dalla legge contro la pirateria. Possibile? Sì. Grazie a un sistema che, per ora, coinvolgerà solo un gruppo di internet provider e non i colossi della rete come Tim, Vodafone o Wind.

Un software realizzato da Aiip (Associazione italiana internet provider) ha permesso di bloccare un indirizzo ip segnalato in appena 30 minuti.

Il sistema funziona. Ed è pronto a entrare in azione. Quando? Dal 31 gennaio: da quel momento infatti sarà obbligatorio per tutti i fornitori di internet essere in grado di oscurare gli ip abusivi.
Funzionerà con gli associati dell’Associazione italiana internet provider: tutti hanno l’obbligo di associarsi.
La prima volta in cui le tv dei pirati in Italia si spegneranno sarà nel weekend del 21 gennaio. Aiip che ha sviluppato questo strumento lo metterà a disposizione di tutti i propri associati, una serie di provider di internet subito dietro i colossi più noti (come Tim, Vodafone, Wind). Ma tutti insieme coprono 150 mila km di fibra ottica, arrivando nelle case di mezzo milione di famiglie sul territorio italiano. Ecco, se fra loro qualcuno quel giorno fosse collegato al pezzotto, improvvisamente smetterebbe di vedere la propria squadra. Certo, per ora soltanto loro. Ma mai disperare.
Restano resistenze a livello satellitare
Entro il 31 gennaio tutti i provider internet hanno l’obbligo di accreditarsi alla Piracy Shield di Ag-Com e quindi tutti riceveranno le segnalazioni degli ip da oscurare. Anche i Cloud provider come Google e Amazon, per capirci. E questo è importante, perché non solo gestiscono i motori di ricerca che indicizzano i siti pirata. Ma anche i cloud che ospitano le vpn, ossia reti private che permettono di stabilire una rete protetta e nascondere l’ip. Uno schermo che tutti i pirati usano. Ma c’è ancora da capire come superare l’ostracismo di alcuni operatori satellitari, che non si sono mai seduti al tavolo per partecipare alla soluzione del problema. La pirateria insomma non è sconfitta e troppo manca perché accada. Ma abbattere le navi pirata in soli trenta minuti non è più un’utopia.

Il pezzotto ha i giorni contati, da Juve-Napoli saranno individuati i clienti illegali

Il pezzotto ha i giorni contati. Lo scrive la Gazzetta dello Sport.

Il conto alla rovescia è quasi finito e la data “giusta” dovrebbe essere venerdì 7 dicembre. Il Decreto Legge Caivano, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 14 novembre, prevede che la piattaforma necessaria a bloccare i siti illegali sia operativa a partire dal giorno in cui a Torino si giocherà Juve-Napoli. Una bella notizia nella lotta alla pirateria.

La piattaforma anti-pirati in questo periodo è oggetto di test da parte dell’AgCom dopo che ad agosto la Lega l’ha donata all’Autorità e dopo che a settembre si è insediato il tavolo tecnico per la definizione e la condivisione dei requisiti di funzionamento della piattaforma stessa. Il processo per cominciare a indebolire la rete criminale, dunque, è a un punto di svolta: quando sarà pienamente operativa la piattaforma permetterà di bloccare gli IP illegali entro 30 minuti dalla loro individuazione e consentirà alla Guardia di Finanza e alla Polizia postale di risalire alle persone che fruiscono illecitamente dei contenuti. Questo iter è obbligatorio per combattere la criminalità più sofisticata e pericolosa, quella che opera attraverso hacker capaci di rubare il segnale tv dalle più importanti realtà internazionali.

Chi fruisce di contenuti sportivi e di intrattenimento in maniera illegale non sa che i suoi dati, condivisi per acquistare un abbonamento pirata, possono essere poi facilmente utilizzati, per esempio, per prelievi dai propri conti correnti e pagamenti non autorizzati. Oltre a incorrere in denunce penali e in multe, chi frequenta i siti pirata mette dunque a rischio la propria identità digitale, usa sul proprio smartphone o pc un servizio gestito da hacker e compromette i propri dispositivi, con il rischio di diventare destinatari di truffe.

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