ilNapolista

Gli ultras inglesi sono diventati uno scalpo per gli hooligans stranieri (Telegraph)

“Il teppismo è una malattia che abbiamo esportato noi in Europa, e ora ci torna indietro. La violenza è una macchia indelebile del calcio”

Gli ultras inglesi sono diventati uno scalpo per gli hooligans stranieri (Telegraph)

Gli hooligans. Di nuovo. Non solo quelli inglesi, anzi: ora gli inglesi si sentono vittima di un hooliganismo di ritorno. Dopo gli incidenti di ieri sera (tre agenti di polizia sono rimasti feriti dopo un attacco di teppisti polacchi prima della partita di Europa Conference League al Villa Park) l’Aston Villa ha accusato ufficialmente il Legia Varsavia di aver alimentato la violenza dei suoi ultras. 

Ai tifosi del Legia è stato vietato l’ingresso al Villa Park dopo essersi scontrati con la polizia e aver lanciato petardi prima della partita. Ai tifosi in trasferta erano stati dati 1.000 biglietti, in origine dovevano essere 1.700, ma su consiglio della polizia e della sicurezza erano stati ridotti visti i precedenti.

Il Legia ha rilasciato una dichiarazione sul proprio sito ufficiale in cui accusa il Villa di rifiutarsi di assegnare i biglietti, ma il club della Premier League ha risposto dicendo che la squadra polacca non aveva collaborato con loro per disinnescare la minaccia di ultras senza biglietto al Villa Park.

E’ solo l’ultimo esempio di una piaga di ritorno. Stamattina anche El Paìs se ne occupa, almeno per la parte relativa alla Spagna. Ma nella lettura del Telegraph ora i tifosi violenti sono un problema inglese perché se ne sentono vittime, colpevoli solo della storia, del passato.

“Gli hooligans restano una macchia nel calcio – scrive Luke Edward – È semplicemente troppo radicato e testardo per essere rimosso completamente. I tifosi inglesi sembrano essere braccati e presi di mira come mai prima d’ora in Europa; uno scalpo da prendere indipendentemente dal fatto che vogliano litigare o meno. Sembra che ovunque i club inglesi vadano nelle competizioni continentali, i problemi li perseguitino. Alcuni sostengono che questi attacchi avvengano ben lontano dagli stadi e spesso la sera prima piuttosto che il giorno della partita, quindi non possono essere direttamente collegati al calcio, ma le vittime sono tifosi, non turisti”.

“Naturalmente, non dovremmo cercare di fingere che gli hooligans inglesi siano santi e non pecchino mai, ma non dovremmo nemmeno ignorare il fatto che spesso vengono antagonizzati, provocati e attaccati senza che cerchino guai. Molti di noi hanno criticato apertamente il modo in cui i tifosi inglesi si comportano all’estero, invadendo i centri città e vantandosi di impossessarsi di bar e pub mentre si lanciano in canti offensivi e sciovinisti”.

“È da anni un problema nei Paesi Bassi e anche in altri paesi europei. Il fatto è che gran parte di ciò non viene riportato. Qualsiasi tifoso di un club inglese avrà storie di inseguimenti o attacchi. Dipende dal territorio: se sei disposto a viaggiare per vedere la tua squadra giocare in Europa, sai che anche tu vai in giro con un bersaglio sulla schiena e devi stare attento perché non è sicuro”.

“Forse lo abbiamo causato noi stessi. Il nostro track record di teppismo – una malattia che abbiamo esportato in Europa decenni fa – ci sta raggiungendo. Ma ciò che è chiaro è questo: gli hooligan del calcio non sono scomparsi, restano un pericolo evidente e presente”.

ilnapolista © riproduzione riservata